Israele e Medio Oriente

Riflessioni sulla “chirurgia” israeliana contro Hezbollah

Le operazioni militari dell’esercito israeliano in Libano hanno messo in ginocchio Hezbollah, decimandone non soltanto l’arsenale missilistico, ma anche la catena di comando e controllo al punto che soltanto due comandanti, Ali Karaki e Abu Ali Rida, sarebbero ancora in vita. Sul primo si era tra l’altro inizialmente pensato fosse morto in un raid. Rimane poi il leader supremo, Hassan Nasrallah, nascosto nel suo bunker. 

Inoltre, l’utilizzo dei beeper esplosivi per colpire i terroristi di Hezbollah, una tattica mai usata prima da nessuno e che rimarrà nella storia, ha suscitato stupore ma anche forti critiche. 

Ovviamente Israele è finita per l’ennesima volta al centro di accuse provenienti da più parti e la narrativa è sempre la stessa: gli attacchi dell’IDF non sono chirurgici e causano vittime civili; le operazioni israeliane non sono di contro-terrorismo ma si tratta invece di un’aggressione nei confronti del Libano; Hezbollah non era in grado di mettere in atto un attacco in stile 7 ottobre e per finire, Israele bombarda le abitazioni dei civili libanesi. 

E’ bene dunque chiarire una volta per tutte questi punti visto che tali accuse presentano una natura faziosa e di parte, ben lontana dalla realtà dei fatti. 

In primis, la natura chirurgica degli attacchi e la morte dei civili. Quando il 2 gennaio del 2024 a Beirut venne eliminato Saleh al-Arouri, il missile dell’IDF colpì il pavimento dell’abitazione dove era nascosto il soggetto in questione, raggiungendo l’obiettivo ed evitando di far collassare l’edificio. La stessa tattica venne utilizzata anche per l’eliminazione di Ibrahim Muhammad Qabisi, nel popoloso quartiere di Dahieh, a sud di Beirut. 

Nel caso di Ibrahim Aquil, il missile raggiunse il piano seminterrato e ciò causò l’involontario collasso delle fondamenta dell’adiacente edificio. Diverse invece le dinamiche nel caso della tentata uccisione di Ali Karaki visto che veniva colpito il piano sbagliato, errore che permetteva al comandante di Hezbollah di sopravvivere all’attacco. 

E’ dunque possibile affermare che attacchi di questi tipo non sono chirurgici? Ci sono forse altre forze armate che sono riuscite a fare di meglio in altri conflitti? 

I missili hanno tra l’altro un costo non indifferente ed anche la raccolta delle informazioni, lavoro di anni, ha un forte valore. Non è dunque interesse di Israele sprecarli. 

Per quanto riguarda la popolazione libanese, l’IDF invia ripetuti messaggi ai civili utilizzando sms, messaggi audio, comunicati radio, avvisandoli di allontanarsi da tutti quegli edifici civili dove Hezbollah nasconde e spara contro Israele. La medesima strategia è tra l’altro stata utilizzata a Gaza. 

Sul tema della detonazione dei beepers in possesso dei terroristi di Hezbollah, bisogna veramente arrampicarsi sugli specchi per affermare che non è di natura chirurgica. E’ chiaro che se i terroristi si nascondono in mezzo alla popolazione, c’è sempre il rischio che qualche civile si faccia male, ma questa è una responsabilità che riguarda Hezbollah, certamente non Israele. Tanto più che l’eliminazione di terroristi salva vite, sia israeliane e sia libanesi. 

Altra accusa mossa contro Israele è quella di aver aggredito uno Stato sovrano, il Libano, presentando la cosa come operazione di contro-terrorismo. 

Anche questa è una semplificazione errata che mostra una non comprensione del fenomeno in corso. Hezbollah è infatti una vera e propria struttura di tipo militare dedita al terrorismo e che ha preso il controllo del Libano. Trattasi di un vero e proprio esercito, più potente di quello libanese e facente capo a un partito politico, oltre che un proxy iraniano e un suo strumento di destabilizzazione regionale. 

Quella in atto è una vera e propria guerra tra l’esercito israeliano e una struttura militare che occupa il suolo libanese con l’obiettivo di aggredire Israele. 

Sulla questione delle abitazioni civili colpite dall’IDF nel sud del Libano, anche in questo caso la responsabilità ricade su Hezbollah che le utilizza per nascondere missili, armi e per lanciare attacchi contro Israele. Una tattica ben nota e già vista anche a Gaza ad opera di Hamas. L’immagine del missile cruise posizionato all’interno di un’abitazione civile e pronto per essere lanciato dalla finestra ha fatto il giro del mondo, mostrando la reale natura terroristica di Hezbollah. 

E’ inoltre utile ricordare che Hezbollah è da mesi che bersaglia i centri abitati del nord di Israele. Più di 60,000 cittadini israeliani sono attualmente sfollati e aspettano di poter rientrare nelle proprie abitazioni. La situazione è diventata insostenibile e Israele ha il diritto e il dovere di garantire ai propri cittadini la normalità. Questo non può avvenire senza un intervento forte nei confronti della minaccia, ovvero Hezbollah. 

Bisogna poi aggiungere che le stesse preoccupazioni di molti enti internazionali non sono state riscontrate nei confronti dei civili israeliani bersagliati da Hezbollah. 

In ultimo, si è addirittura letto che Hezbollah non era in grado di mettere in atto un attacco in stile 7 ottobre, nonostante le superiori capacità militari ed operative rispetto a Hamas. Già di per sé tale affermazione è contraddittoria per sua natura, visto che maggiori capacità e strumenti a disposizione permettono una maggior scelta tattica.  

Il presidente israeliano, Israel Herzog, ha reso noto che i comandanti di Hezbollah (eliminati in un raid aereo) si erano riuniti a Beirut per pianificare proprio un attacco in stile 7 ottobre nel nord di Israele, a ridosso del confine con il Libano. 

Anche il sito statunitense Al-Monitor ha citato una fonte vicina a Hezbollah, la quale ha affermato che tale incontro era stato organizzato per pianificare un’invasione su vasta scala della Galilea settentrionale. 

Questa, che piaccia o no, è la situazione reale sul campo, priva di teorie quanto meno fazione che non tengono conto dei fatti concreti. 

Si ringrazia l’IDSF Research Division per i dati presenti in questo articolo.

https://idsf.org.il/en/research-division/

 

 

 

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