Sono decenni che i media italiani diffondono periodicamente menzogne fantasiose su ebrei e Israele attraverso vari personaggi pubblici di sinistra e di destra, indifferentemente. Una di queste, usata per delegittimare l’esistenza del popolo ebraico e di Israele, è l’affermazione sulla genealogia di Gesù di Nazareth. Dopo gli attentati di Parigi, da quando Tv e giornali ospitano quotidianamente musulmani, la fandonia gigantesca di “Gesù palestinese” è diventata virale. Il primo a insinuare questa calunnia è stato, molti anni fa, Arafat, maestro di diabolica propaganda che ha trovato facile presa nel cuore e nella mente dei suo tanti sostenitori, ammiratori antisemiti. Non mi riferisco alle bande di teppisti che riempivano le piazze italiane urlando “A morte” riferendosi a Israele, non parlo nemmeno di quelli che bruciavano le bandiere di Israele durante le cerimonie del 27 gennaio. No, quelli erano e sono feccia, manovalanza dei centri sociali al soldo di ONG filopalestiniste finanziate dall’UE. La panzana di Gesù palestinese è penetrata come un chiodo infetto nelle menti di politici, intellettuali, giornalisti, cioè di chi guida e influenza l’opinione pubblica.
Gianluca Nicoletti
Lunedì 30 novembre il telegiornale di Radio24, condotto da Gianluca Nicoletti, ha mandato in onda alcune telefonate sul tema “Presepe sì, presepe no”, divenuto ormai l’argomento principe di cui tutta l’Italia parla. Parlando con un radioascoltatore che raccontava del suo presepe personale, Nicoletti si è lanciato in una serie di imprecisioni volute o meno ma talmente sottili da poter passare inosservate ai più. Alla domanda “dove ambienta lei il suo presepe” l’ascoltatore risponde “Una volta l’ho ambientato nel deserto con tanta sabbia intorno”. E il Nicoletti: “ecco vede, nel deserto di Palestina, quindi è roba loro (i musulmani), ci sono le moschee…la sinagoga…”. Domanda successiva: “E lei lo sa dove è nato Gesù?” “Sì a Betlemme” “Ahhh, vede, quindi in Palestina”.
Maurizio Crozza
Veniamo a Dimartedi, di Giuseppe Floris e, quindi, a Maurizio Crozza. Direte, suvvia Crozza fa ridere, prende in giro tutti! Certo prende in giro tutti, fa del sarcasmo spesso al vetriolo, è il suo mestiere ed è molto apprezzato per come riesce a irridere a politici di ogni tendenza. Va bene. Sbeffeggiare il mondo politico va benissimo, prendere in giro tutto e tutti anche, anch’io mi faccio delle grandi risate, poteva andar bene anche fare del sarcasmo sulle tradizioni religiose se non in contrasto con la Storia. Dunque, che ha fatto Crozza? Rivolgendosi a un Salvini virtuale, non presente in studio, che era andato a portare un presepe a Rozzano: “Salvini, tutti quelli del presepe erano arabi…a parte i re magi che erano kurdi…” E ancora: “Salvini, l’evento che voi dite far parte delle nostre tradizioni è accaduto in Palestina 2000 anni fa”. Grande risata di Floris e applausi a scroscio del pubblico. Lungi da me voler salire in cattedra ma siccome pare che questa versione truffaldina della Storia venga bovinamente accettata da tutti, qualcosina lo vorrei dire. Questi sono messagi pericolosi che penetrano nella mente della gente, esattamente come la pubblicità in TV, nessuno la guarda ma poi andiamo a comprare esattamente quello che il giorno prima era apparso, anche se solo per tre secondi, sullo schermo durante i consigli per gli acquisti. Lasciando da parte i musulmani ai quali viene lavato il cervello fin dalla nascita affinché, da grandi, il loro odio per Israele sia feroce, mi chiedo cosa abbiano studiato a scuola questi italiani, mi chiedo se ricordano quello che hanno imparato a catechismo dove, penso, qualche pezzettino dei Vangeli lo avranno sentito e letto.
Dire oggi che Gesù di Nazareth fosse palestinese oppure arabo, come più esattamente dice Crozza, significa ritenere falsi i testi sacri del cristianesimo, cioè quelli su cui si basa tutto il Credo cristiano. Li ho letti anch’io i Vangeli e non mi sono mai imbattuta nelle parole –Palestina, palestinesi, arabi- bensì in –Giudea, ebrei, giudei, Israele-. Allora come è possibile che la panzana di Gesù palestinese convinca tanti cattolici, credenti o meno credenti? Gesù è nato ebreo, sua madre era ebrea e così Giuseppe, i Vangeli di Matteo e Luca evidenziano il legame di Gesù con la storia ebraica, con discendenza legale dal Re Davide. Sempre secondo Matteo, le antenate da parte di madre di Gesù erano Tamar, nuora di Giuda figlio di Giacobbe e Betsabea di cui si innamorò follemente Davide. Gesù nacque a Betlemme, in Giudea, e visse a Nazareth in Galilea, una provincia del regno di Israele. E’ vissuto da ebreo, gli è stata fatta la milà, circoncisione, ha celebrato il suo Bar Mitzvà a Gerusalemme dissertando con i rabbini. Gesù non solo era ebreo ma ebreo osservante e da molte fonti si evince che avesse avuto un’istruzione da parte degli esseni, ebrei che avevano abbandonato le vanità del mondo e vivevano in mezzo alla natura dividendo tutto quello che avevano (di fatto avevano inventato il primo kibbuz). Erano anche grandi studiosi di esoterismo e si consideravano, spiritualmente, l’élite di Israele.
Esiste qualcosa di arabo in tutto questo? Gli arabi 2000 anni fa vivevano in tribù isolate nei deserti dell’Arabia. L’Islam nacque 600 anni dopo la morte di Gesù. Allora ? Ai tempi di Gesù il regno di Israele era sotto il dominio romano, ripeto: il Regno di Israele, non la Palestina! Il Tempio di Gerusalemme fu distrutto da Tito nel 70 e l’imperatore Adriano, nel 135, decretò il divieto per gli ebrei di vivere in quello che era rimasto di Gerusalmme denominata ormai Aelia Capitolina. L’imperatore, in spregio per gli ebrei che si erano ribellati al dominio di Roma, volle cambiare il nome a Israele. Alcuni testi dicono che gli fu suggerito di usare il nome degli antichi grandi nemici degli ebrei, i filistei (popolo indoeuropeo venuto dal Mar Egeo e in seguito estinto). Adriano quindi decise di coniare il nome Syria-Palaestina. Gesù era morto in croce, in Giudea, 135 anni prima e sulla croce i Romani avevano inchiodato la scritta “Jesus Rex Judaeorum – Gesù Re dei Giudei” ! Per quasi 2000 anni la Terra di Israele, nel cui ricordo gli ebrei sparsi per il mondo piangevano “L’anno prossimo a Gerusalemme” fu chiamata dai cristiani Terra Santa fino al momento in cui gli inglesi che la colonizzarono rispolverarono il nome Palestina e palestinesi furono chiamati gli ebrei che vi abitavano!
Ricapitolando:
1. Parlare di Palestina ai tempi di Gesù è un falso storico poiché non esisteva. Esisteva invece Israele.
2. Parlare di Gesù palestinese è un altro falso storico oltre che una bestemmia perché così facendo si negano la veridicità e la sacralità del Vangeli.
Allora perché lo fanno? I motivi sono tanto semplici quanto abominevoli: delegittimare l’esistenza storica di Israele e della sua capitale di sempre, Gerusalemme, convincere l’opinione pubblica che i palestinesi sono sempre esistiti e che quindi hanno il diritto di buttare gli usurpatori ebrei in mare. Non dobbiamo permetterglielo, dobbiamo smascherarli sempre, ogni volta dobbiamo saltare in piedi e gridare No no no! Per un senso di giustizia e di verità. Abbiamo lasciato correre per troppi anni col risultato che oggi tutti parlano di Palestina quando intendono di Israele (un recentissimo esempio lo fa il Piccolo di Trieste con questo titolo indegno).
Direi che basta, direi che di fronte alle calunnie, alle menzogne, allo stupro della nostra Storia dobbiamo sempre alzarci in piedi e protestare a testa alta. Se non lo faremo e lasceremo che le fandonie prendano piede, allora non avremo più il diritto di protestare.
Deborah Fait per Informazione Corretta