Editoriali

Quanti sono, in Italia, i musulmani come il ragazzo di Quinta Colonna?

Si può essere arrestati per un reato di opinione, in Italia? Non eravamo tutti Charlie?
No, non si può essere arrestati per un’opinione espressa davanti alle telecamere. Ed infatti il giovane B.S.J., padre tunisino e madre italiana, è stato arrestato per spaccio.
Gli agenti della Digos l’hanno rintracciato presso la moschea di Centocelle, a Roma, e hanno perquisito la sua abitazione, trovando sostanze stupefacenti e alcuni bilancini di precisione.
Il giovane però è stato anche denunciato per propaganda di idee fondate sulla discriminazione e l’odio razziale, etnico e religioso, per aver detto davanti alle telecamere di Quinta Colonna: “Per me quello che hanno fatto a Charlie Hebdo è giusto”.
Una frase che di per sé appare come una spacconata qualsiasi di un ragazzo che non sa quello che dice. Ricorda da vicino “Se non bruci una banca sei un coglione” di un Mattia Sangermano balzato agli onori delle cronache e della fama.
Eppure, l’impressione che suscita la visione del video dell’intervista al giovane musulmano è diversa.

“Loro hanno toccato il nostro profeta” dice, per giustificare la sua presa di posizione. E ancora: “Noi non parliamo dei vostri profeti, di Gesù, di Mosè”.
Non sa quello che dice, come Mattia Sangermano, è evidente. Non potrebbe essere altrimenti per chi sostiene: “No, non è da uccidere, però hanno fatto bene a fare un casino” e alla perplessità del giornalista che gli fa notare come “non abbiano solo fatto un casino” replica con un laconico “Eh, vabbé”.
A far riflettere è piuttosto la contrapposizione tra “noi” e “loro”. Loro sono i vignettisti di Charlie Hebdo, certo, ma anche quelli che “parlano dei nostri profeti”, una cosa che “noi non facciamo”. E allora chi sono “loro”? Tutti gli esseri umani di religione diversa? Che credono nei “vostri profeti”?
“Loro” sono i cristiani, gli ebrei, i buddhisti, gli atei, o piuttosto gli occidentali? E se sono gli occidentali, chi sono i “noi”?

B.S.J. ha una madre italiana e vive in Italia. Dovrebbe essere integrato e sentirsi italiano e di conseguenza occidentale. Un italiano e occidentale di religione musulmana.
Eppure si rivolge al giornalista parlando di “vostri profeti”, suggerendo di sentirsi in netta contrapposizione con l’interlocutore e probabilmente con gli italiani tutti.
Dopo la visione del video, in pochi si sentirebbero di giurare che il giovane sia un italiano di religione musulmana.
Forse l’indagine giornalistica avrebbe dovuto concentrarsi su questo: chi siete “voi” e chi siamo “noi”? Probabilmente le risposte sarebbero state sconclusionate, insoddisfacenti, parziali, ambigue. Ma avremmo saputo qualcosa in più.
Ma soprattutto, l’intervista avrebbe dovuto e potuto concentrarsi su una domanda: perché i musulmani sono quelli che hanno sparato a Charlie Hebdo e gli altri sono quelli che “parlano del profeta” anche se non dovrebbero?

I terroristi islamici uccidono spesso altri musulmani: gli sciiti, i sunniti non conformi, i musulmani non sufficientemente osservanti. Lo fanno anche per semplici ragioni etniche, come nel caso dei curdi. Ma B.S.J. non sembra sentirsi una potenziale vittima del terrorismo, non ha alcuna idea di ciò che accade in Medio Oriente. La sua visione del mondo è semplice e lineare: gli occidentali provocano, i musulmani reagiscono.
E lui, in questa divisione semplicistica, chi è? Un occidentale o un musulmano?Dall’intervista non siamo riusciti a capirlo. O meglio, l’abbiamo capito e non ci è piaciuto. Forse i documenti in lingua araba che la Digos ha sequestrato al ragazzo ci diranno di più. Difficile pensare che sia un fiancheggiatore dei terroristi: avrebbe avuto qualcosa da nascondere e non si sarebbe esposto davanti ad una telecamera.
Ha semplicemente esposto ciò che pensa davvero.
In questo caso è lecito chiedersi: quanti sono, in Italia, i musulmani come lui?

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