Grande successo per la manifestazione organizzata da Il Foglio. In tanti si sono trovati davanti alla sede dell’Unesco di Roma, in piazza Di Firenze, per protestare contro la risoluzione “Palestina occupata” nella quale non solo Israele è identificato come potenza occupante, ma soprattutto sono cancellati tutti i legami dei siti della Vecchia Gerusalemme con il popolo e la storia ebraica, in quanto gli stessi siti sono definiti solo con la denominazione araba. Una scelta che cancella qualsiasi identità ebraica e falsifica la storia. Noi de L’Informale ci eravamo occupati già ad aprile di questa sciagurata politica dell’Unesco, definendola una “colonizzazione attraverso i nomi”. Il Foglio ha preferito l’altrettanto efficace definizione di “Shoah culturale”, ed in effetti quello dell’Unesco è un vero e proprio Olocausto della cultura e della storia ebraica. Ma anche una pericolosa e indebita ingerenza politica, da parte di un’emanazione dell’Onu che dovrebbe occuparsi di storia e cultura, non di politica e men che meno di falsificazione della storia.
La risposta c’è stata: in tanti hanno scritto lettere e messaggi alla redazione del Foglio. Tutti stampati ed esposti davanti alla sede dell’Unesco. Ma soprattutto in tanti sono scesi in piazza, manifestando la loro vicinanza ad Israele e l’indignazione per l’ennesima ingiustizia.
La risoluzione è nata su iniziativa di paesi arabi ed islamici ed è stata votata favorevolmente da stati notoriamente antisemiti, tra cui anche la Russia, la Cina e il Brasile, ad identificare una pericolosa tendenza dei cosiddetti BRICS. Solo il Messico ha cambiato idea, modificando il proprio voto contrario e preferendo astenersi. Non prima, però, di aver dato il benservito al proprio ambasciatore presso l’Unesco, l’ebreo Andres Roemer che per primo si era opposto al voto positivo alla risoluzione, aprendo gli occhi anche al resto del paese.
A preoccupare, però, è la pilatesca astensione di paesi come Francia e Italia, che non hanno avuto il coraggio di opporsi come solo sei stati hanno fatto: Usa, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, Lituania ed Estonia.
Un pericoloso segnale di genuflessione nei confronti dell’Islam politico.
Ma la risposta, a Roma, c’è stata. Ecco le foto della riuscitissima manifestazione, scattate da Tino Veneziano