Negoziare con i terroristi è sempre sbagliato, per diverse ragioni: perché le negoziazioni permettono all’organizzazione terroristica di acquisire legittimità politica, elevandola a interlocutore legittimo, sia a livello nazionale che internazionale. Una volta che ciò accade, diventa più difficile ridurlo a ciò che sono veramente, assassini che prendono deliberatamente di mira i civili per raggiungere i loro fini politici.
Hamas ne rappresenta un chiaro esempio. Nel 2006 l’organizzazione terroristica palestinese è stata sdoganata ed elevata a “legittima espressione politica del popolo palestinese” e quale è stato il risultato? Il genocidio del 7 ottobre 2023. L’impiego di milioni di dollari nella costruzione di tunnel e basi terroristiche sotterranee, nascoste sotto scuole, ospedali, moschee e centri umanitari (spesso collusi con Hamas), attacchi missilistici contro la popolazione israeliana.
Oggi, molti nella comunità internazionale vedono ancora Hamas come un attore politico legittimo, e i suoi leader, Ismail Haniyeh e Khaled Meshaal, sono ancora liberi e ai loro posti, mentre dovrebbero essere rinchiusi. L’ideologia di Hamas si è diffusa nei campus universitari degli Stati Uniti, del Regno Unito e dell’Europa. Anche questo è il risultato della legittimazione politica.
In secondo luogo, la negoziazione incentiva i terroristi a ripetere le atrocità commesse, magari alzando la posta, consapevoli del fatto che la strategia è funzionale ai loro obiettivi e alla loro causa.
In terzo luogo, i terroristi sono criminali, assassini per natura. Non esitano ad uccidere qualcuno se credono che possa servire alla loro causa. Nel caso di Hamas, si va ben oltre l’essere assassini in nome di una causa, perché l’odio cieco e il fanatismo prendono il sopravvento indipendentemente dalla causa. Lo si è visto il 7 ottobre con le atrocità commesse contro i civili israeliani indifesi: donne, bambini, anziani.
Soltanto l’idea di negoziare con loro è qualcosa di aberrante. Ma al di là di questo, è fondamentale tenere presente che Hamas, proprio per ciò che rappresenta e commette, è assolutamente inaffidabile. La parola di Hamas conta meno di zero.
Raggiungere un accordo con Hamas significherebbe consegnare la vittoria all’organizzazione terroristica, e questo è qualcosa che Israele non può permettersi di fare.
Inoltre, è ingenuo credere che Hamas libererà gli ostaggi, perché sono la sua unica garanzia di sopravvivenza.
Come ha affermato l’analista della sicurezza nazionale statunitense, Irina Tsukermann:
“Sono particolarmente preoccupata perché gli ostaggi sono l’ultima leva rimasta a Hamas e non hanno alcun motivo reale per consegnarli, quindi questa proposta potrebbe essere una trappola. Hamas ha bisogno che Israele lasci Gaza, e soprattutto Rafah, per riottenere l’accesso ai tunnel, al contrabbando e al riarmo. Hamas continuerà il reclutamento e il raggruppamento nelle parti sgomberate di Gaza, ma con meno armi”.
E di nuovo:
“È estremamente ingenuo fidarsi di Hamas su qualsiasi questione o pensare che una pausa per il rilascio degli ostaggi possa trasformarsi in un cessate il fuoco permanente, considerando quante volte Hamas ha violato i precedenti “cessate il fuoco permanenti”.
Hamas vuole essere sicuro di restare al potere a Gaza, che Israele lasci la Striscia e che i leader non vengano braccati. In effetti, Israele non può permettersi nessuna di queste opzioni, perché significherebbe cedere la vittoria a Hamas.
Esiste una cosa chiamata “ragione di Stato” e non può essere messa da parte per disaccordi politici interni né per altri motivi. L’ingenuità emotiva e le false speranze devono essere messe da parte. Vale la pena ricordare che Hamas, lo scorso 7 ottobre, ha perpetrato il peggior pogrom contro gli ebrei dai tempi della Shoah. Centinaia di soldati dell’IDF sono morti nelle operazioni per sradicare Hamas. Negoziare non ha senso e non porterà a nulla di buono, perché Hamas lo rifarà, e lo hanno dichiarato.
Israele deve fare ciò che è necessario per sradicare Hamas, soprattutto ora che l’IDF è pienamente a Rafah. Non importa se l’Amministrazione Biden vuole un accordo con Hamas. È la guerra di Israele e sì, Hamas può essere sconfitto, sia fisicamente che ideologicamente.
Questa non è solo una guerra tra Israele e Hamas; questa è una guerra contro l’antisemitismo, contro il fanatismo islamista e riguarda da vicino tutti, non solo Israele. Abbiamo tutti assistito all’ondata di estremismo che si è verificata in Europa, negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Australia. Come possiamo invocare l’unità contro questi fanatici se Israele è il primo a negoziare con loro?
Traduzione di Niram Ferretti