Il film Foxtrot, del regista israeliano Samuel Maoz, si è aggiudicato il Gran Premio della Giuria dell’edizione 2017 del Festival del cinema di Venezia, che ha premiato con il Leone d’oro il film The shape of water del messicano Guillermo del Toro.
Maoz, nato a Tel Aviv nel 1962, aveva vinto il Leone d’oro nel 2008 con il film Lebanon, per la realizzazione del quale aveva tratto ispirazione dalla sua esperienza diretta come soldato carrista durante la guerra in Libano del 1982.
Foxtrot è invece un film in tre atti che si apre con l’angosciante lutto di due genitori israeliani alla notizia della morte del loro figlio Jonathan, un soldato. Nel secondo atto si racconta la storia di Jonathan, dislocato ad un surreale posto di blocco nel bel mezzo del deserto. La terza parte collega la seconda con la prima.
Anche per questo lavoro, il regista israeliano si è basato su un’esperienza personale che ha raccontato così: “Mia figlia a Tel Aviv era solita andare a scuola con il taxi perché si alzava sempre tardi. Così io un giorno le ho detto: perché non prendi l’autobus, il numero cinque? Ed è quello che mia figlia ha fatto una mattina, proprio il giorno in cui un gruppo di terroristi ha fatto un attentato su quella linea. Per circa un’ora non ho saputo nulla di lei, se fosse viva o morta. Poi mi ha chiamato: aveva preso l’autobus successivo perché in ritardo“.
Il foxtrot che ha ispirato il titolo del film è una danza di origine americana, letteralmente significa “trotto della volpe”. Michael, il padre di Jonathan, ad un certo punto della pellicola esclama: “Le nostre esistenze sono come il foxtrot, nonostante tutti gli sforzi si torna sempre al punto di partenza“.