“Poeta delle varie forme della merda”, ebbe a definire Marco Travaglio anni fa un altro Marco, Pannella, per il quale, nel direttore de Il Fatto Quotidiano, “Non c’è alcun amore per la verità”.
Oggi, 7 ottobre, giorno in cui in tutto il mondo civile si commemora l’eccidio perpetrato da Hamas un anno fa, il quotidiano che ha fatto dell’antisionismo più becero un proprio tratto distintivo pubblica una striscia di Natangelo, dal titolo “La favola del sette ottobre”.
Il titolo si presta subito a un voluto equivoco, riassumibile nella domanda cospirazionista, “Il 7 ottobre è accaduto realmente quello che ci è stato raccontato”? e che fa la delizia di tutti i negazionisti, subito all’opera dopo l’eccidio, i quali ci hanno spiegato, e tra questi anche l’ex comico fallito Daniele Luttazzi, proprio sulle colonne del giornale, che di stupri non se ne parla, non sono mai avvenuti. Luttazzi arrivava dopo un’altra formidabile penna, quella di Selvaggia Lucarelli, che in un pezzo precedente ridimensionava la portata dell’accaduto, iscrivendolo nel contesto di altri macellamenti.
La logica sottesa al relativismo è che non esista alcun metro di giudizio che non sia per sua stessa essenza contingente. Nulla di così sconvolgente dunque, è già accaduto prima, dopotutto la Lucarelli, lettrice di Joyce, sa che “la storia è un incubo dal quale non riesco a destarmi”.
Il negazionismo può assumere diverse modalità, quella perentoria, per la quale un fatto non è accaduto o la sua presentazione è totalmente falsa, o quelle meno assolutiste per le quali, sì, il fatto è accaduto, ma non come viene raccontato, ovvero, esso è molto meno grave di come sembra essere. Il caso paradigmatico è, ovviamente, la Shoah. Il Fatto Quotidiano predilige le seconde.
Recentemente sul giornale sono apparse vignette che avrebbero deliziato Julius Streicher, il pornografo direttore di Der Sturmer, il periodico nazista che amava raffigurare gli ebrei come vampiri con nasi adunchi. In una, Netanyahu è stato rappresentato come l’esempio guasto dell’ebreo. Sicuramente l’avranno apprezzata Alessandro Orsini, collaboratore del giornale, per il quale l’IDF è un esercito composto da terroristi e Netanyahu un assassino di bambini, denunciato dalla Comunità ebraica di Roma per istigazione razziale, ed Elena Basile, che vi scrive a sua volta e considera Israele la punta di diamante della “lobby ebraica”, denunciata da Liliana Segre per averla accusata di essere insensibile alla morte dei bambini palestinesi.
Travaglio stesso ci ha spiegato in un suo intervento che il rigurgito esorbitante di antisemitismo che è sotto i nostri occhi è colpa di Netanyahu.
Incolpare gli ebrei di essere responsabili dell’antisemitismo è uno dei più consunti tropi antisemiti. No, non accusiamo Travaglio di essere antisemita, dopotutto sul suo giornale scrivono ebrei come Moni Ovadia, Gad Lerner e Massimo Fini, un formidabile terzetto di avversatori di Israele, se non di veri e propri demonizzatori, come Ovadia e Fini.
Travaglio semplicemente fa poesia. Pannella aveva capito tutto.