L’esercito israeliano ha dato il via allo sgombero dell’avamposto illegale ebraico di Amona, in Cisgiordania. Giovani manifestanti e abitanti hanno reagito con resistenza passiva ma anche lancio di pietre. L’evacuazione è stata decisa dalla Corte Suprema di Gerusalemme. Nell’avamposto vivono 42 famiglie per un totale di oltre duecento persone, molti bambini.
Oltre a centinaia di militari, ad Amona ci sono circa 100 agenti della guardia di frontiera. La decisione della Corte risale al 2006 ma ora il governo Netanyahu ha rotto gli indugi e deciso di risolvere la questione. L’avamposto di Amona è stato costruito a partire dal 1995 su terre appartenenti a famiglie palestinesi da parte di giovani abitanti di un altro insediamento, Ofra, a metà strada fra Gerusalemme e Nablus, in Cisgiordania.
La decisione arriva dopo la presentazione di una legge per la legalizzazione di altri insediamenti e la costruzione di quasi diecimila case, nel complesso, in West Bank e a Gerusalemme Est. Il premier Benjamin Netanyahu ha però deciso di sgomberare gli avamposti illegali, per lo più legati a gruppi religiosi oltranzisti, difesi dai partiti della destra religiosa.