Ci sarà anche la Reggia di Caserta tra le location italiane del nuovo attesissimo film di Steven Spielberg, «The kidnapping of Edgardo Mortara», ambientato nell’Italia del Risorgimento e le cui riprese inizieranno nelle prossime settimane tra Bologna e Roma. Nel palazzo vanvitelliano che esattamente vent’anni fa ospitò i ciak di «Star Wars: Episodio I La minaccia fantasma», realizzato da George Lucas, cioè lo storico sodale e amico fraterno di Spielberg, saranno ricostruiti alcuni ambienti del Vaticano, come già fatto nel 2008 da Ron Howard per il suo «Angeli e demoni».
Nei mesi scorsi, il grande regista di classici come «E.T.» o «Schindler’s list» è stato avvistato diverse volte in Italia, spesso proprio in Campania, apparentemente soltanto per qualche giorno di relax, ma evidentemente già impegnato, nel più stretto riserbo, a porre le basi del suo nuovo progetto cinematografico, che seguirà il fantascientifico «Player ready one» e sarà nei cinema di tutto il mondo nel tardo autunno di quest’anno. «The kidnapping of Edgardo Mortara» è prodotto dallo stesso Spielberg con la sua Amblin Entertainment, assieme a Kristie Macosko Krieger e Marc Platt. Ma è entrata da poco nel progetto anche la società italiana Leone Film Group. Tratto dal libro di David I. Kertzer edito in Italia da Rizzoli col titolo «Prigioniero del Papa re», il film è stato sceneggiato dal commediografo Tony Kushner (già con Spielberg per «Munich» e «Lincoln») e proporrà nei vari comparti tecnici alcuni storici collaboratori del regista, a partire dal compositore John Williams e dal direttore della fotografia Janusz Kaminski, per arrivare al montatore Michael Kahn e al supervisore del suono Richard Hymns. Nel ruolo principale del Papa Re, Pio IX, ci sarà Mark Rylance, che proprio per un film spielberghiano, «Il ponte delle spie», ha vinto l’Oscar 2016 come miglior attore non protagonista.
Accanto a lui, spicca il nome di Oscar Isaac, mentre dopo settimane di casting italiani si sta scegliendo in queste ore il bambino italiano che dovrà interpretare il piccolo Edgardo Mortara. Il film, infatti, rievoca la storia di un autentico caso di sottrazione di minore avvenuta a Bologna il 23 giugno 1858, quando il piccolo Edgardo Levi Mortara, sette anni non ancora compiuti, venne sottratto alla propria famiglia di origine ebraica da parte delle autorità clericali e da queste trasferito a Roma per essere allevato secondo i principi della fede cattolica. Al rapimento s’arrivò in seguito al battesimo che il piccolo aveva ricevuto all’età di un anno, all’insaputa dei propri genitori, a causa dello zelo di una domestica fervente cattolica che lo ritenne a rischio di vita per una malattia. All’epoca, le leggi dello Stato Pontificio prevedevano l’obbligo d’impartire un’educazione cattolica a tutti i battezzati e, per questo motivo, i genitori di Edgardo persero la patria potestà sul loro bambino. Quello che è passato alla storia come «Caso Mortara» destò fin da subito enorme scalpore e mobilitò l’opinione pubblica liberale, indignando le comunità ebraiche e provocando l’entrata in scena diretta di Papa Pio IX. C’è anche chi sostenne che la vicenda fu utilizzata politicamente da Cavour per creare problemi politici allo Stato Pontificio e a Napoleone III.
E, addirittura, che finì per avere una certa influenza sulle sorti future di un’Italia in quegli anni avviata verso l’unificazione a guida piemontese. Le riprese nelle Reggia di Caserta sono in programma a maggio e dovrebbero durare per una settimana circa. Ancora misteriosi gli ambienti scelti per ricostruire il Vaticano, con tutti i soggetti, anche istituzionali, coinvolti sul territorio vincolati ad accordi di riservatezza siglati con la produzione. Nella preparazione del film, soprattutto per quel che concerne la scelta del piccolo protagonista, è stata coinvolta anche la comunità ebraica italiana, molto interessata alla rilettura cinematografica di una vicenda storica che lo stesso Steven Spielberg, a sua volta ebreo, desiderava trasporre sul grande schermo da molti anni. Quello tra la reggia vanvitelliana e il mondo del cinema, anche internazionale, è un rapporto ormai consolidato da anni. Già nel 1955, Robert Z. Leonard vi ambientò alcune scene di «La donna più bella del mondo» con Gina Lollobrigida, così come fece tre anni più tardi Henry Kostner con Ava Gardner per «La maia desnuda» e nel 1970 il cineasta russo Sergej Bondarchuk per «Waterloo» con Rod Steiger. Ma la vera rinascita della Reggia di Caserta come location cinematografica internazionale va fatta risalire a quel giugno 1997 che vide George Lucas ricostruire al suo interno il palazzo reale di Naboo in occasione dell’episodio che avviò la nuova trilogia (quella prequel) della saga fantascientifica di «Star Wars».
In quei giorni, per più di una settimana, stelle globali come Natalie Portman, Liam Neeson e Ewan McGregor girarono le loro spettacolari sequenze all’interno dell’edificio monumentale e nei giardini interni. E, tre anni dopo, lo stesso Lucas, evidentemente molto soddisfatto dalla precedente esperienza casertana, tornò nella Reggia per filmare alcune sequenze del successivo «Star Wars: Episodio II L’attacco dei cloni». In anni più recenti, le principali produzioni internazionali ospitate a Caserta sono state «Mission Impossible III» di J.J. Abrams con Tom Cruise e il citato «Angeli e demoni» di Ron Howard con Tom Hanks. In attesa dell’arrivo di Steven Spielberg.