Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Il filo rosso dell’antisemitismo

Il filo conduttore che lega il 9 ottobre 1982, anno dell’attentato al Tempio Centrale di Roma, che causò la morte di Stefano Gaj Taché e il ferimento di quaranta persone, perpetrato da un commando di terroristi palestinesi di Fatah, e il 7 ottobre 2023, quando tremila miliziani di Hamas hanno fatto irruzione in Israele trucidando milleduecento cittadini e rapendone duecentoquaranta è sempre lo stesso, l’odio per gli ebrei.

Nel 1982, quando venne commesso l’attentato, Israele stava combattendo la prima guerra del Libano, che, dopo cinque mesi, si sarebbbe conclusa con la cacciata di Arafat e dell’OLP dal Paese dei cedri. Anche allora, esattamente come oggi, Israele veniva accusato di genocidio.

Dopo quarantadue anni tutto si ripete, ma su scala maggiore.

L’antisionismo è stato ormai sdoganato come la forma legittima di antisemitismo, quella che si può esibire in pubblico, e che anche alcuni ebrei impugnano: frange ultraortodosse per le quali Israele è nato nella colpa di essere uno Stato laico, e quelli di estrema sinistra che ripudiano su basi ideologiche ogni forma di nazionalismo, di statualità etnicamente forte, salvo quella islamica.

L’attentato alla sinagoga di Roma del 1982, luogo ebraico, ha fatto da apristrada ad altri attacchi e attentati che, nel corso del tempo si sono succeduti nei confronti di istituzioni ebraiche e di persone fisiche, come quello clamoroso del 1994 a Buenos Aires all’Asociación Mutual Israelita Argentina, riconducibile a Hezbollah, che costò la vita a ottantacinque persone e il ferimento di trecento.

Considerare gli ebrei un corpo estraneo in Medio Oriente, là dove ha avuto origine l’ebraismo, è ancora più eclatante che averli considerati per secoli un corpo estraneo all’interno delle società cristiane in cui vivevano. Si tratta in entrambi i casi di antisemitismo, e nessun sofisma, nessuna speciosa circonvoluzione del pensiero potrà scalfire questa evidenza.

Gli assassini del piccolo Steano e i carnefici di Hamas sono uniti da una stessa convinzione profondamente radicata, che Israele non abbia alcuna legittimità, nessun diritto all’esistenza, esattamente come, ottanta anni fa, Adolf Hitler, su scala ben maggiore, considerava gli ebrei un morbo che appestava il mondo.

 

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