Cosa sia Haaretz chi vive in Israele lo sa bene. Si tratta di una piattaforma di estrema sinistra che fiancheggia il terrorismo islamico e ama rappresentare Israele come una distopia fascista. Il giornale ha tirature non entusiasmanti ma, nonostante ciò, continua imperterrito nella sua vecchia politica filoaraba.
Trattasi di una specie di Manifesto impregnato dalla koinè terzomondista e antisionista degli anni ’70. Oggi sono all’avanguardia nella lucha de liberación contra el opresor clerical fascista (il governo Netanyahu).
Yossi Klein, uno dei suoi giornalisti, uno di quegli ebrei (ce ne sono tanti) che amano spararsi sui piedi, ha scritto ieri uno “splendido” articolo in cui paragona la destra religiosa israeliana a Hezbollah, il gruppo terrorista libanese. Per Klein, anzi, sarebbe persino peggio.
Queste le sue parole:
“I religiosi nazionali sono pericolosi. Più pericolosi di Hezbollah, più dei guidatori che usano le macchine per attaccare i passanti, più dei ragazzini con le forbici. Gli arabi possono essere neutralizzati, ma loro no. Cosa vogliono? Governare il paese e ripulirlo dagli arabi”.
La fiction travolgente della teocrazia ebraica nerobarbuta che vorrebbe impadronirsi del paese e praticare la pulizia etnica ai danni degli arabi, è troppo seducente per i Klein ebrei di questo mondo. Ed è normale nella loro visione allucinata, gli arabi, pardon, i palestinesi sono le “vittime” e i “sionisti” i carnefici.
Ovviamente, l’articolo di tovarish Klein ha creato un certo scompiglio, ma in sua difesa è intervenuto il Politburo del giornale “dissidente” nella persona del suo editore, Amos Schocken, le cui posizioni, se possibile, sono ancora più estremiste di quelle di Klein.
Giulio Meotti, nel suo “Ebrei contro Israele”, dedica all’editore rosso fuego un ritratto che ne rivela appieno la bancarotta cognitiva:
“Durante la Seconda Intifada il responsabile degli editoriali di Haartez, Yoel Esteron, scrive in difesa dell’esercito israeliano che stava smantellando le cellule di terroristi palestinesi fra Jenin e Nablus. Shocken non approva. E fra i due si interrompe il rapporto di lavoro…Il giornale ignorò del tutto la notizia della strage di una famiglia di ebrei a Itamar per mano di terroristi palestinesi: padre, madre e tre bambini piccoli sgozzati nei propri letti. A giustificazione della propria scelta editoriale, Amos Schocken di recente ha detto: ‘Lo tsunami in Giappone era una notizia più importante'”.
E’ bene che ci sia una voce come Haaretz, il Soccorso Terrorista, in forma di giornale. La dice lunga su quanto sia veramente democratico Israele. Guai a chiudere questo covetto di fiancheggiatori del terrore, sarebbe un gravo errore. Si fregerebbero del titolo di vittime del regime, della censura nera. Meglio continuare a farli parlare. Garantiscono al governo del paese una longevità protratta.