Israele e Medio Oriente

Disinformazione anti-israeliana: quando un grafico vittimizza gli aggressori

“Le violenze in Israele e Palestina in un grafico”.
Così la pagina facebook della rivista “Internazionale” annuncia un articolo che riporta la notizia di due palestinesi uccisi dalle forze di sicurezza israeliane.
Nell’infografica, che vorrebbe rappresentare il “numero di morti dal 1 ottobre al 10 novembre 2015”, è spiegato che in questo lasso di tempo sono stati uccisi circa 70 palestinesi e poco meno di 10 israeliani. Il divario tra le due colonne del diagramma rende ancor più clamorosa la proporzione

Un lettore curioso e interessato a saperne di più non è invece accontentato: non c’è alcun commento al grafico. Solo la notizia, riportata in modo laconico: “Secondo fonti di sicurezza israeliane il 10 novembre, a Gerusalemme e nei suoi dintorni, ci sono state tre aggressioni contro militari israeliani. Due uomini palestinesi sono stati uccisi e due ragazzi di 12 e 13 anni sono stati feriti dalla polizia dopo aver aggredito un agente su un tram, nell’insediamento colonico di Pisgat Zeev”.
Non ci si dimentica di sottolineare l’età di due ragazzi – ancora di fatto bambini secondo i parametri occidentali – che dovrebbe commuovere ancora di più gli animi già turbati dal grafico.

Si omette semmai di specificare che gli arabi palestinesi possano rendersi protagonisti di aggressioni o tentati omicidi già in tenera età. E soprattutto si omette di spiegare dettagliatamente il grafico: chi sono gli aggressori, quanti tra i palestinesi uccisi in questi giorni sono terroristi o si sono resi protagonisti di accoltellamenti, aggressioni o ferimenti di cittadini israeliani. Non è spiegato che i morti israeliani siano stati aggrediti con il semplice movente dell’odio e non certo per difesa.
“Internazionale” non è ovviamente l’unica testata a rendersi portavoce di un certo tipo di propaganda anti-israeliana. Un articolo di questo tipo, che ribalta totalmente il rapporto tra aggressori e aggrediti, è abbastanza in linea con il taglio di tutti i principali media mainstream italiani.

Qualche lettore, sulla pagina facebook di Internazionale, prova a confutare i dati, facendo presente che chi pubblica grafici di questo tipo “si augura soltanto che muoiano più israeliani” o che informazioni di questo genere “tendono a vittimizzare l’aggressore” e rappresentano un modo di fare giornalismo “da scorretti propagandisti che fanno del conflitto arabo israeliano un mezzo per attrarre i likes dei babbei”. Ma le risposte di altri lettori sono in linea con la propaganda e fanno gelare: “Difendi a spada tratta uno stato di terroristi di nome Israele, che sta decimando nel silenzio più totale un popolo che combatte per ciò che gli spetta. La sua terra”.
Ecco come, complice un’informazione scorretta, Israele diventa “uno stato di terroristi”.

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