Editoriali

Concedere a Hamas la via di uscita

Nell’discorso fatto da Joe Biden relativo alla proposta di accordo rivolto a Hamas e concertato tra Israele e gli Stati Uniti, c’è un passaggio estremamente indicativo, ed è quello che riguarda l’affermazione che Hamas è stato lesionato in profondità e non ha più la capacità di sferrare contro Israele un nuovo 7 ottobre. Il significato sottostante di questa affermazione è chiaro: Israele dovrebbe accettare di terminare la guerra a Gaza in cambio del rilascio degli ostaggi rimasti, lasciando Hamas a Gaza.

Al di là del gioco delle parti tra l’Amministrazione Biden e il Gabinetto di guerra, gioco che incrocia e sovrappone dichiarazioni contrastanti; per Washington l’accordo proposto da Biden sarebbe stato avallato nel suo impianto generale da Gerusalemme, mentre per Netanyahu esso conterrebbe delle lacune, il punto è un altro ed è quello decisivo; l’Amministrazione Biden considera che l’obiettivo dichiarato della guerra a Gaza, terminare la capacità militare e politica di Hamas, non possa o forse è meglio dire, non debba essere raggiunto da Israele. Non a caso, nell’impianto dell’accordo proposto non c’è alcun accenno a come Hamas possa essere rimosso dalla Striscia, e non può esserci, perché questa eventualità non è contemplata.

Subentra un aspetto ulteriormente problematico ad aggravare il quadro. Se l’accordo è stato concertato da Israele e Stati Uniti, e risulta assai difficile immaginare che gli americani si siano spinti così avanti senza un avallo israeliano, ciò significa che anche il Gabinetto di guerra considera accettabile l’opzione di lasciare Hamas a Gaza.

Oggi, a proposito dell’accordo proposto a Hamas, Netanyahu ha dichiarato, “La guerra si fermerà per riportare indietro gli ostaggi, e dopo faremo delle discussioni”. Dopo quando? Dopo la prima fase dell’accordo che prevede sei settimane di tregua, o dopo le seconde sei settimane che prevedono inoltre il ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia? e su che cosa si dovrebbe discutere?.

Hamas, dal canto suo, si è detto favorevole all’accordo che di fatto gli consegnerebbe la vittoria, ma vuole la garanzia americana, nero su bianco, con timbro della Casa Bianca, che esso venga rispettato, in modo da continuare a dominare la Striscia, godere dei fondi enormi che verranno stanziati per la sua ricostruzione e prepararsi a un altro attacco quando, nonostante le assicurazioni di Joe Biden, sarà in grado di poterlo fare.

La verità è, come è perfettamente chiaro a Netanyahu, che eliminare Hamas dalla Striscia e avere al contempo gli ostaggi liberi non è fattibile. Gli ostaggi sono infatti l’unica vera garanzia alla propria sopravvivenza che Hamas possieda, e non avrebbe alcun senso rilasciarli tutti e poi farsi eliminare. Gli ostaggi sono anche il pretesto che l’Amministrazione Biden può utilizzare strumentalmente per ottenere, alle proprie condizioni, la fine della guerra.

Dunque, nonostante ciò che Netanyahu dichiara, che l’obiettivo di terminare il governo di Hamas, verrà raggiunto, ciò non potrà accadere se gli ostaggi verranno liberati.

Purtroppo, uno dei prezzi alti che questa guerra richieda è o il rilascio degli ostaggi o la sconfitta di Hamas, affermare che entrambi sono raggiungibili è pura ipocrisia

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