Tutti i sionisti e i filoisraeliani, di recente, hanno fatto la conoscenza di Cecilia Parodi, una «scrittrice» e «attivista» per i «diritti» dei palestinesi – ovviamente non si riferisce ai «diritti» che Hamas nega al «popolo» palestinese.
In un delirante e lacrimoso video pubblicato su Instagram, il rinomato social di proprietà di Meta Platforms, che in questi giorni ha boicottato senza alcune ragione un articolo de L’Informale, la Parodi affermava di odiare «ebrei, israeliani e tutti quelli che li difendono», auspicando di vederli «tutti impiccati».
Mentre la Parodi insapona la corda, tra le urla festanti delle sue «followers», definitesi «bimbe di Sinwar», ossia del macellaio del 7 ottobre, si schiera in sua difesa il commediante finto-yiddish Moni Ovadia, uno degli ebrei più amati dagli antisemiti.
Il video dell’anziano menestrello è talmente ridicolo da sembrare uno scherzo, una boutade. Ovadia, che afferma di saper riconoscere «a naso» gli antisemiti, informa i suoi ascoltatori che la Parodi non è antisemita, ha solo commesso uno «scivolone» dettato dall’emotività. Secondo Moni, infatti, l’operazione militare israeliana a Gaza sarebbe di una «brutalità che non ha eguali nel secondo Novecento». Si è probabilmente dimenticato del genocidio ruandese o di quello commesso dal filopalestinese Al-Bashīr nel Sudan.
Cecilia Parodi, sconvolta da tanta «brutalità» e dai «bambini arsi vivi» – qualcuno avvisi Ovadia che gli unici ad aver bruciato vivi dei bambini sono i membri di Hamas, a cui la Parodi ha espresso ripetutamente la sua ammirazione – sarebbe «incorsa nell’incidente» di desiderare l’impiccagione di tutti gli ebrei.
La Parodi, sempre secondo Moni, che nel video mostra delle unghie delle mani più affilate della sua intelligenza, sarebbe diventata vittima dello «squadrismo ultrasionista». Nientemeno. Eppure, negli ultimi mesi, sono stati gli ebrei a essere vittime di ripetute violenze e discriminazioni da parte di numerose «bimbe e bimbi di Sinwar».
Ha un «cuore per essere vicino agli ultimi» e delle «emozioni forti», prosegue Ovadia nella sua arringa per Cecilia, proprio come lo avevano i nazisti, anche loro stavano dalla parte degli «ultimi», dei poveri tedeschi ridotti in miseria dalla «cospirazione giudaica». Dobbiamo dare retta al naso di Moni, la Parodi non è antisemita, no, lei ama gli ebrei, li vorrebbe abbracciare, stringere a sé, saldamente. Come un nodo scorsoio.