Editoriali

Capocomica

Anna Foa, per la quale in Israele ci sia avvia già da tempo a una dittatura, https://www.linformale.eu/come-il-terzo-reich/ senza che, come Godot, si presenti mai, il problema grande del paese non è l’Iran, né per questo i suoi delegati con i quali Israele è in lotta dal 7 ottobre, ma è Netanyahu, è il suo governo “estremista”.

La tesi è piccina e grossolana ed è il parto di chi, come la Foa, concepisce l’ebraismo e l’essere ebrei come, prima di tutto appartenere strettamente alla sinistra e, in seconda battuta, alla Diaspora. È la tesi di Enzo Traverso, per il quale l’ebraismo, quello che lui ritiene sia, è come Giovanni Plantageneto, senza terra https://www.linformale.eu/il-suicidio-del-pensiero/.

Una affermazione come quella fatta recentemente da Fiamma Nirenstein su L’Informale, “Qui in Israele abbiamo una garanzia di maggiore unità che ci è data dal fatto che qui siamo, ci sentiamo, più ebrei”, per la Foa è inconcepibile.

Il governo di destra che è in carica in Israele e al quale partecipano nazionalisti fegatosi come Itmar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, è troppo ebraico, come sicuramente è troppo ebraico Israele stesso, d’altronde la Foa mai immaginerebbe di trasferirvisi, sta così bene qui in Italia, a spiegare, spiegarci, che lo Stato ebraico si sta suicidando. D’altronde è in buona compagnia con altri apocalittici come Lucio Caracciolo. Averne di più di diagnosti come questi, che sanno vedere meglio di chiunque altro quello che sta accadendo in Israele, con l’eccezione di Gideon Levy, e di Haaretz, faro autoctono dell’intellighezia di sinistra che ha anticipato la Foa di trent’anni nell’affermare che il paese si sta suicidando. Deve trattarsi di un suicidio lungo, ma forse, finalmente, siamo arrivati al dunque.

L’Iran, ci informa la storica non annienterà mai Israele, lo dice ma non lo farà. Così ha affermato alla presentazione del suo libro alla Fondazione Ugo La Malfa, avvenuta lunedì a Roma, in presenza del di lui figilo, Giorgio, che l’ha assecondata dichiarando come un Chamberlain qualunque, che con l’Iran “bisogna trattare”, insomma, dai, la linea Obama, quella vincente che fino ad oggi ha permesso a Teheran di avvicinarsi sempre più all’atomica e di estendere capillarmente la sua influenza a Gaza, in Libano, in Iraq e in Yemen. E pensare che suo padre diceva che l’Occidente si difende sotto le mura di Gerusalemme. Ne è passata di acqua sotto i ponti.

“Israele va fermato”. Scusi, come? Ho capito bene?. Benissimo. La Foa ha le idee chiare, bisogna fermare Israele, mica l’Iran, di fatto è quello che dal 7 ottobre Hamas sta provando in tutti i modi a fare. “Netanyahu e il suo governo appoggiato da razzisti ed estremisti religiosi che puntano a ricostruire la Grande Israele biblica”.

Lo sospettavamo. Vogliono riprendersi il Sinai, infondo è lì che Mosè ricevette i Comandamenti.

 

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