Matthias Küntzel è uno dei maggiori esperti internazionali nel campo degli studi che analizzano gli intrecci tra antisemitismo, jihadismo contemporaneo e islamismo.
È autore di Il jihad contro gli ebrei, l’islamismo il nazismo e le radici dell‘11 settembre (Salomone Belforte editore, 2019), Germany and Iran: From the Aryan Axis to the Nuclear Threshold (Central books 2016). Il suo ultimo libro Nazis, Islamic Antisemitism and the MiddleEast, The 1948 Arab War Against Islamic Antisemitism and the Aftershocks of World War II (Routledge 2023) è stato presentato recentemente a Londra.
L’Informale lo ha intervistato.
Questa intervista non può che iniziare con quanto è accaduto il 7 ottobre in Israele, il peggiore eccidio contro il popolo ebraico dalla fine della Seconda guerra mondiale. Come studioso del jihadismo e dei movimenti jihadisti la ferocia di Hamas l’ha sorpresa?
Sono rimasto particolarmente sorpreso dalle incredibili lacune nel sistema di sicurezza israeliano. Che gli islamici abbiano una sete di sangue contro gli ebrei indifesi e si comportino in modo barbaro è ben noto. Nel Corano gli ebrei vengono disumanizzati più volte; questo testo sacro invita i musulmani a decapitarli o a bruciarli.
La connessione tra l’antisemitismo islamico e l’antisemitismo occidentale, in particolare nella sua connotazione nazista, è al centro di gran parte del suo lavoro di studioso. Nel suo ultimo libro, Nazis, Islamic Antisemitism and the Middle East, lei descrive la guerra araba del 1948 contro Israele come una scossa di assestamento successiva alla guerra nazista contro gli ebrei del 1945. Può ampliare il concetto?
La Germania nazista inondò quotidianamente il mondo arabo con la propaganda radiofonica antisemita in arabo tra il 1939 e il 1945. Ciò creò un’immagine estremamente distorta degli ebrei nel mondo arabo. Nel 1947 le Nazioni Unite proposero un piano di spartizione per la Palestina. Nel mio libro dimostro che la maggior parte dei leader del mondo arabo dell’epoca non volevano la guerra fatale del 1948 contro Israele. Tuttavia, furono sopraffatti da un sentimento antisemita di massa, ulteriormente alimentato dai Fratelli Musulmani e da Amin el-Husseini, il Mufti di Gerusalemme. Tra il 1946 e il 1948, l’antisionismo genocida che i nazisti avevano diffuso fino al 1945 trovò un’eco estremamente efficace. A causa di questa vicinanza ideologica, interpreto la guerra del 1948 come una scossa di assestamento seguita alla guerra nazista contro gli ebrei.
Nel suo ultimo libro lei reputa che Islam ed ebraismo, un provocatorio pamphlet antisemita pubblicato nel 1937 al Cairo, sia “il testo fondatore dell’antisemitismo islamico”. Perché?
Perché l’opuscolo “Islam ed ebraismo”, che i nazisti distribuirono 10.000 volte e in diverse lingue, e che documento nel mio nuovo libro, è il primo documento importante che unisce l’odio islamico verso gli ebrei del VII secolo (le presunte esperienze di Maometto con il ebrei di Medina) con l’odio europeo verso gli ebrei del 20° secolo. La combinazione delle peggiori immagini degli ebrei provenienti dall’Islam con le peggiori immagini degli ebrei provenienti dal cristianesimo: questo è ciò che io chiamo “antisemitismo islamico”.
Secondo Robert Wistrich, nel suo opus magnum, Un’ossessione letale, la guerra di sterminio contro gli ebrei doveva essere condotta oltre il continente europeo una volta che gli eserciti tedeschi avessero raggiunto l’uscita meridionale del Caucaso. A quel punto l’obiettivo della Germania sarebbe stato la distruzione dell’elemento ebraico residente nella sfera araba. Non vi è alcuna differenza in questo obiettivo rispetto a ciò che gli arabi tentarono di fare nel 1948, 1967 e 1973, e rispetto allo scopo principale di Hamas. È d’accordo?
Non sono d’accordo. Nel 1948, 1967 e 1973 si trattava della distruzione di Israele, ma non dell’uccisione di tutti gli ebrei del mondo arabo. Dobbiamo distinguere: Gamal Abdel Nasser non ha giustificato la guerra intrapresa nel 1967 su basi religiose, ma su basi “antimperialiste”, legate alla sua vicinanza all’Unione Sovietica e al suo odio per i Fratelli Musulmani. Hamas, a sua volta, è il ramo palestinese dei Fratelli Musulmani. Il suo antisemitismo somiglia di più all’antisemitismo dei nazisti.
La Carta di Hamas del 1988 è un testo profondamente antisemita, una spaventosa miscela di odio islamico per gli ebrei e di antisemitismo occidentale. Qual è il legame tra questo manifesto politico paranoico ed estremista e il modo in cui l’Iran percepisce Israele?
Per quanto riguarda Israele, gli obiettivi della Carta di Hamas sono identici a quelli del regime iraniano.
Il fascino morboso esercitato dal martirio nella cultura sunnita e sciita fornisce il contesto perfetto per una cultura di morte e per l’apocalittismo. L’Occidente quanto dovrebbe prendere sul serio questo modo di pensare?
Hamas definisce la sua guerra una “guerra di religione” e massacra la gente in nome di Allah e del suo profeta. Finché l’Occidente resta all’oscuro di questa dimensione della guerra, tutti i suoi sforzi per fermare il campo globale pro-Hamas sono destinati al fallimento. I media occidentali, ad esempio, hanno ignorato il fatto che l’influente moschea Al-Azhar del Cairo ha rinunciato a qualsiasi critica all’eccidio di Hamas nella sua dichiarazione dell’11 ottobre, sebbene si trattasse di una decisione della massima importanza politica.
Nel suo lavoro lei è stato molto chiaro nel non edulcorare l’antisemitismo islamico e nel suo ultimo libro scrive: “Anche se Israele scomparisse, l’antisemitismo rimarrebbe”. Ci sono molte persone, soprattutto a sinistra, e non poche anche in Israele, che pensano che se accanto a Israele ci dovesse essere un altro piccolo Stato arabo, la ragione fondamentale del conflitto sarà risolta. Lei non sembra essere tra costoro. Ho ragione?
Nel 2014, l’Anti-Defamation League attraverso un sondaggio globale ha rilevato che oltre il 90% delle persone a Gaza e in Cisgiordania sono antisemite. Fino a quando la situazione non cambierà radicalmente, ogni piccolo Stato arabo accanto a Israele vorrà distruggere lo Stato ebraico. Non cambierebbe nulla. Molti credono che l’antisemitismo sia causato dal comportamento ebraico. Ma questa è una sciocchezza assoluta. Migliaia di ebrei sono dovuti morire a causa di presunti omicidi rituali mai avvenuti. Milioni di persone morirono nell’Olocausto, senza alcuna ragione plausibile. Nemmeno i recenti massacri hanno nulla a che fare con le malefatte ebraiche o israeliane. Il loro obbiettivo, al contrario, è stato quello di silurare gli sforzi di Israele di riconciliarsi con il mondo arabo e portare maggiore prosperità alla Striscia di Gaza. Sotto questo aspetto hanno avuto successo.