Questa settimana sono stati posati i primi blocchi di un muro di isolamento intorno al più grande campo profughi palestinesi in Libano, Ain al-Hilweh, inoltre è stato adottato un piano per erigere torri di avvistamento di “sicurezza” intorno al confine.
Il muro di recinzione rientra nell’ambito di un accordo tra autorità palestinesi e libanesi nel tentativo di evitare il ripetersi dei recenti scontri tra profughi palestinesi ed esercito libanese all’interno del campo, come confermano funzionari libanesi e palestinesi.
Il muro di isolamento, secondo il progetto, sarà completato entro i prossimi 15 mesi. “Saranno costruite quattro torri” ha confermato Abu Ahmad Faysal, funzionario di Hamas presso Ain al-Hilweh, al giornale libanese Daily Star.
“La costruzione del muro ha lo scopo di diminuire gli scontri tra abitanti [del campo] ed esercito”.
Nonostante il progetto sia approvato dalla leadership palestinese di Ain al-Hilweh, situato a sud-est della città portuale di Sidone, le migliaia di profughi che vivono nel campo sovraffollato ritengono che la loro vita sia destinata a peggiorare.
Tanti i palestinesi arrabbiati che hanno protestato soprattutto sui social network, parlando di “muro della vergogna” e paragonandolo alle analoghe misure di sicurezza israeliane.
Le famiglie che vivono nei pressi del confine meridionale del campo hanno espresso lamentele in quanto il muro sarà eretto a soli 3 metri di distanza dalle loro case, in base a quanto emerge dai progetti di costruzione.
Il campo di Ain al-Hilweh ospita oltre 70.000 rifugiati palestinesi registrati, che sono stati recentemente raggiunti da migliaia di palestinesi in fuga dal conflitto in Siria.
Se alcuni palestinesi hanno notato analogie con il muro israeliano, in Europa, nonostante il diffondersi della notizia, quasi nessuno ha accusato il Libano di praticare l’apartheid nei confronti dei palestinesi, a dimostrazione del fatto che, quando una notizia non riguarda Israele, gli isterismi e le prese di posizione sono assai contenute.