“Ferma l’occupazione” (o meglio l’oKKupazione). Gad Lerner (e chi se no?) rilancia l’appello firmato da 500 personalità israeliane, tra cui gli immancabili David Grossman e Amos Oz, per salvare Israele da se stesso.
E’ dalla fine della Guerra dei Sei Giorni, quarantanove anni fa, che la formidabile macchina della propaganda palestinese, palestinista, ha lanciato sul mercato con strepitoso successo mediatico la patacca dell’oKKupazione come causa di tutti i mali di Israele.
Certo, appare un mero dettaglio che solo dal 1951 al 1955, i terroristi arabi uccisero 922 israeliani. Il problema è l’oKKupazione della Giudea e della Samaria da parte di Israele dopo la vittoria della Guerra dei Sei Giorni. Non c’era, infatti, alcuna oKKupazione nei precedenti diciannove anni, quando la Giordania oKKupò i territori che nel 1951 aveva cercato già di annettersi.
Poco importa altresì che la Giudea e la Samaria, attualmente oKKupate dall'”invasore sionista”, erano state allocate al nascente stato ebraico dal Mandato della Lega delle Nazioni, il quale, recependo quanto era stato deliberato nella Conferenza di San Remo del 1920 e poi ratificato nel 1922 dai propri organi deliberanti, stabiliva senza alcuna ambiguità il diritto degli ebrei di insediarsi ovunque nella Palestina occidentale tra il Giordano e il Mediterraneo.
Il diritto degli ebrei di risiedere e insediarsi in Giudea e Samaria è altrettanto fondato quanto quello dei palestinesi, e forse sarebbe necessario a Gad Lerner e alla brigata dei 500 di leggersi non solo ciò che venne stabilito inequivocabilmente dal Mandato della Lega delle Nazioni, ma quanto hanno scritto in proposito, Eugene W. Rostow, uno degli architetti della celebre risoluzione 242 e Julius Stone, uno dei maggiori giuristi del Ventesimo secolo.
Va inoltre ricordati ai 500 salvatori di Eretz Israel di cui Gad Lerner si fa illuminato promotore che di fatto, il concetto di oKKupazione a lui tanto caro, è stato svuotato di senso con gli Accordi di Oslo e in modo evidente con l’Accordo Provvisorio del 1995.
L’articolo XI dell’Accordo stabilisce che i poteri civili e l’autorità in tutti i territori sia esercitata dall’Autorità Palestinese con l’esclusione dell’Area C, sulla quale il potere dell’Autorità Palestinese non si estende. Ne consegue che il 100% della popolazione palestinese è di fatto governata dall’Autorità Palestinese.
OKKupazione! OKKupazione!
Lo stesso Accordo stabilisce all’Articolo XII(1), stipulato, come gli altri, con i palestinesi, che Israele abbia il diritto di permanere a tutela difensiva degli insediamenti ebraici e della loro popolazione. In altre parole, l’oKKupazione riguarderebbe la salvaguardia israeliana sulla popolazione ebraica legittimamente insediata nella porzione di territorio che le compete!
L’Articolo XXX riconosce inoltre in modo perspicuo che gli insediamenti, durante il periodo provvisorio (ancora in esistenza a causa di un mancato accordo risolutivo) non possono essere considerati illegali.
Di che cosa stiamo parlando dunque? Di pura propaganda.
Ma qui dobbiamo intenderci una buona volta. Per i palestinesi l’oKKupazione è in realt’ quella esercitata “abusivamente” dalla stessa esistenza di Israele, come Arafat e i suoi seguaci non hanno mai mancato di sottolineare.
Basterebbe dare una occhiata alla Carta Nazionale dell’OLP emendata nel 1968, la quale contiene numerose clausole che invocano la distruzione dello stato ebraico. Furono queste clausole che Rabin chiese venissero espunte dal testo durante gli Accordi di Oslo del 1993. Il vecchio biscazziere dal labbro pendulo, Arafat, annuì.
Le clausole, ovviamente, sono sempre al loro posto.