Il Super-Thursday è imminente e il Partito Laburista cerca di mettere una toppa al problema antisemitismo. Per dirla in gergo politico, prova a rifarsi una verginità. Dopo gli ultimi scandali, rimbalza dal giornale Daily Telegraph una notizia che sta avendo molta eco in Gran Bretagna: sarebbero 50 i laburisti sospesi dal partito, in gran segreto, a causa delle accuse di antisemitismo. Non solo Naz Shah, che ha auspicato la deportazione degli israeliani negli Usa, e l’ex sindaco di Londra Ken Livingstone. Proprio a Londra si terranno le prossime comunali, in una giornata elettorale che vedrà anche il rinnovo dei parlamenti di Scozia, Galles, Irlanda del Nord.
La questione antisemitismo e antisionismo avrà i suoi risvolti nella capitale, dove il candidato sindaco dei conservatori è l’ebreo Zac Goldsmith. Contro di lui il laburista di origine pakistane Sadiq Khan, musulmano.
Quest’ultimo è favorito a prendere il posto di Boris Johnson, in un avvicendamento tra Conservatori e Laburisti, ma lo scandalo antisemitismo scoppiato internamente al Labour potrebbe ribaltare i pronostici proprio negli ultimi giorni.
In vista della resa dei conti del 5 maggio, è il leader laburista Jeremy Corbyn, le cui posizioni antisioniste e filopalestinesi sono peraltro note, a provare a spegnere le polemiche. “Il problema non è enorme”, secondo lui. “C’è un numero molto ristretto di persone che hanno detto cose che non avrebbero dovuto dire”. Eppure la distanza tra buona parte dei deputati laburisti e il leader del partito sembra incolmabile. Se n’è accorto anche il candidato sindaco Khan, che pur forte di 20 punti di vantaggio (secondo i sondaggi) sta fiutando il pericolo.