In meno di sei mesi, “Isis vs Occidente”, libro del trentenne Stefano De Angelis, ha già venduto 75.000 copie. Un risultato sicuramente soddisfacente e anche inaspettato. L’autore si è laureato in Sociologia, con una tesi sul fenomeno terroristico, grazie anche ad un lavoro di ricerca tra Italia ed Usa.
Abbiamo contattato l’autore per saperne di più.
Stefano De Angelis, il tuo libro “Isis vs occidente” ha già venduto 75.000 copie in meno di sei mesi. Un bel risultato. Te lo aspettavi?
Detto francamente, no. O meglio, me lo auguravo, ma non immaginavo che si riuscissero a vendere 75.000 copie in meno di sei mesi. Ovviamente ci sono state delle forti congiunture che hanno spinto il libro nelle vendite, in quanto è uscito pochi giorni prima della strage del Bataclan, quindi l’onda emotiva di quei giorni ha sicuramente fatto tanto. Ma delle recensioni, alcune davvero illustri, mi rendo conto di aver fatto un buon libro, interessante non solo per il neofita, ma anche per coloro che da anni sono nel settore. L’unico dato su cui bisogna davvero riflettere, riguarda l’aver venduto circa il 90% delle copie tra Stati Uniti e Canada, il 5% nel resto del mondo e l’ultimo 5% in Italia. Non so se interpretarlo come un segnale della nostra esterofilia, anche in campo letterario, o come una mancanza di interesse verso un argomento che ci riguarda da vicino.
Come si intuisce dal sottotitolo, parli di “Storie, strategie e obiettivi del Califfato”. Come si colloca l’Isis nel variegato scenario del Medio Oriente, in cui le varie fazioni islamiste sono in guerra fra loro? E in cosa si differenzia principalmente l’Isis dalle altre organizzazioni terroristiche islamiste?
L’Isis ha svolto e svolge tutt’ora un ruolo davvero particolare nella regione mediorientale. In primis sembrava dovesse fungere soltanto come un elemento di distrazione per le ambizioni iraniane, e qui si intravede la responsabilità di alcuni Paesi-emirati nella sua espansione economica e militare. Poi è diventato un problema su larga scala, ma questo era prevedibile, perché un Stato terroristico come l’Isis, perché tale è, ha ambizioni di espansione nel dna in quanto il fine ultimo è la ricostruzione del Califfato Islamico, quindi è inevitabile che oggi l’Isis svolga un ruolo di primo piano nelle dinamiche regionali e non solo.
La differenza più evidente tra l’Isis e un qualsiasi gruppo terroristico, che sia Boko Haram o Al Shabaab non fa differenza, sta nella capacità d’attrazione non solo nelle masse autoctone dov’è l’Isis con la sua bandiera (ovvero Iraq, Siria, Libia, parte della Tunisia, Mali, Mauritania), ma soprattutto nelle nuove generazioni di musulmani che stanno crescendo in Occidente, rendendo il fenomeno dei foreign fighters ancor più inquietante, perché si evince che il terrore è nelle nostra città, nei nostri quartieri, nel nostro quotidiano.
L’Isis è davvero pericoloso per l’occidente, oppure i media ne esagerano la portata?
Assolutamente sì. Anzi, se l’Occidente non si toglie l’abito del perbenista, del buonista, dell’accogliente a tutti i costi, pagherà un prezzo carissimo. Parigi e Bruxelles bruciano ancora per le stragi compiute da adepti dell’Isis con passaporto europeo, l’Europa vive una sorta di invasione quotidiana e l’Italia ha un ruolo nobile, ma fin troppo gravoso per le sue esili spalle, di porta di ingresso per migranti ma anche di ipotetici terroristi, l’America è quotidianamente minacciata, Israele vive sotto assedio. Mi sembra fin troppo evidente che questi fenomeni forniscano un segnale forte e inequivocabile, ovvero che abbiamo un problema di portata catastrofica s non lo stiamo affrontando, anzi spesso chiudiamo gli occhi pur di non prendere di petto la situazione.
Senza rivelare troppi contenuti del tuo libro, che ovviamente invitiamo a leggere, cos’è che il mondo occidentale non conosce dell’Isis, anche per colpa dei media?
Noi occidentali non ne capiamo le dinamiche, le strategie, quasi ci rifiutiamo di pensare che questi barbari vogliono ricreare un Califfato che parte da Gibilterra fino ad arrivare all’estremo Oriente. Ma soprattutto non capiamo il perché oggi molti giovani europei di fede musulmana sposano la causa jihadista, con risultati drammatici a quanto pare, e la nostra ottusità in materia ci sta portando ad un punto di non ritorno. Continuiamo a pensare che sono soltanto delle mele marce all’interno di un sistema più vasto, ma non è proprio così.
Isis e Israele. Se ne parla tanto, spesso in chiave complottista. Puoi spiegarci meglio i rapporti?
In Italia, non so per quale malsano motivo, le tesi complottiste diventano sempre affascinanti al punto da arrivare a spodestare la realtà. Qui la realtà è una sola, evidente perfino all’occhio più miope, ovvero che Israele è circondato dal fondamentalismo islamico e rischi ogni giorno di più a causa dell’inagire altrui. Israele con un servizio segreto davvero all’avanguardia, il Mossad, e un esercito capace di mobilitare milioni di persone in un lasso di tempo ristrettissimo, oggi è un baluardo nella lotta al terrore in Medio Oriente, anche se i suoi principali nemici si chiamano Hamas, Hezbollah e qualche buontempone occidentale, che ormai odia ideologicamente l’unica Democrazia della regione. Ovviamente anche l’Isis fa parte della schiera dei nemici di Israele, ma in questo caso, purtroppo, vien quasi da pensare che non sia l’unico problema che riguarda la sopravvivenza di Gerusalemme.
In questo momento quali sono le zone controllate dall’Isis? E dove potrà ancora espandersi?
Ingenuamente si pensa all’Isis, anche per una questione etimologica, come un gruppo arroccato tra Iraq e Siria, ma non è affatto così. Quella è soltanto una zona posta sotto il controllo più totale del sedicente Califfato, ma oggi il Daesh è presente, attivo, anzi in espansione, in Libia (e questo dovrebbe farci riflettere sulle nostre strampalate politiche migratorie), Tunisia, Nigeria dove opera con Boko Haram, Somalia e Kenya con Al Shabaab, Indonesia con gruppi islamici paramilitari, Cecenia, in Afghanistan e Pakistan, e mira ad espandersi ulteriormente nei Balcani, dove trova nella popolazione musulmana autoctona una forte sponda su cui poter fare affidamento.
Il “sogno” di un “Califfato” che unisca il mondo musulmano è davvero possibile?
Il Califfato è un sogno che accompagna una parte del mondo musulmano fin dalla nascita dell’Islam come religione. Nei secoli più volte e con risultati altalenanti, qualcuno ha tentato di creare questo sedicente Stato, che ingloba quasi quattro continenti e mira alla distruzione di qualsiasi altra civiltà o religione, ma alla fine hanno sempre vinto altri valori. Oggi le cose sono un po’ diverse rispetto al passato, perché questi barbari non sono soltanto determinati e assetati di sangue, ma sono anche incredibilmente ricchi, con tutte le conseguenze che questo fiume di denaro nelle casse dei terroristi può comportare. La nostra civiltà, i nostri valori, la nostra libertà, sono oggi esposti ad un forte rischio di estinzione nel medio-lungo termine, ed occorre agire subito per non lasciare ai nostri figli un mondo soggiogato alla bandiera nera dell’Isis.
Per festeggiare le 75.000 copie vendute in meno di sei mesi, è oggi disponibile “Isis Vs Occidente – Edizione Speciale”, con nuova copertina, nuovo formato e dati aggiornati. Lo trovate in tutte le librerie, su CreateSpace.com e sul sito Amazon.it