Il Nuovo PCI ha aggiornato la sua «lista di proscrizione» degli «agenti sionisti» in Italia, includendovi anche la redazione de L’Informale. A essere rilevante non è tanto l’elenco, in cui non ci dispiace rientrare, ma piuttosto il comunicato che lo accompagna.
I «nuovi» comunisti scrivono che il cessate il fuoco a Gaza «è una vittoria politica della Resistenza palestinese e una sconfitta per i sionisti», e ne hanno ben donde. La guerra iniziata dopo l’eccidio del 7 ottobre, infatti, aveva come obiettivo la distruzione totale di Hamas, traguardo che non solo non è stato raggiunto, ma che sempre più si allontana dall’orizzonte politico della leadership israeliana.
Mentre gli ostaggi vengono rilasciati alla spicciolata, in mezzo a una folla inneggiante ad Hamas e al jihad, Israele libera centinaia di assassini e terroristi, centinaia di migliaia di gazawi sfollati ritornano nel nord della Striscia, segno che le operazioni militari sono cessate per non riprenderanno più, e inoltre miliardi di dollari verranno stanziati per la ricostruzione di Gaza – denari che finanzieranno nuovi massacri di ebrei.
Nel frattempo, nel silenzio generale dell’ONU e delle organizzazioni umanitarie, Hamas consuma la sua vendetta contro i civili palestinesi sospettati, a torto o a ragione, di aver collaborato con l’esercito israeliano.
Queste sono le conseguenza del cessate il fuoco elaborato da Biden e imposto a Netanyahu da Witkoff e dai suoi amici qatarioti, un accordo che legittimamente permette ai jihadisti e ai loro fiancheggiatori, compreso il Nuovo PCI, di urlare alla vittoria.
I «nuovi» comunisti non sbagliano nemmeno quando affermano che Israele ha ottenuto, quasi esclusivamente, «disprezzo e odio crescente». Le numerose manifestazioni di antisemitismo, che hanno colpito anche la senatrice a vita Liliana Segre, non certo una sostenitrice di Netanyahu, sono in tal senso piuttosto eloquenti.
La situazione è drammatica, se non tragica, e ci riporta ai momenti più notturni e demoniaci della storia europea. Forse, visto il momento, sarebbe ora di crearla davvero questa rete globale di sostenitori dello Stato d’Israele che i nostri nemici chiamano «Entità sionista».