Israele e Italia

Con amici così, chi ha bisogno di nemici?

A seguito degli ultimi attacchi presso le basi UNIFIL in Libano, accertati come provenienti da Hezbollah, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha rilasciato delle dichiarazioni interessanti.

Dopo avere affermato di prammatica che è inaccettabile che Hezbollah attacchi le basi del contingente ONU, ha dichiarato che questo non è il modo di procedere visto che “le truppe italiane hanno garantito la sicurezza anche di Hezbollah”, aggiungendo poi che la formazione jihadista dovrebbe “imparare ad usare meglio le armi”. Per sparare a chi?, c’è da chiedersi

Che l’attuale ministro degli Esteri non sia noto per il vivace acume delle sue dichiarazioni, è cosa nota, ma l’uso delle parole, soprattutto per chi ricopre una carica così rilevante dovrebbe suggerirgli di sceglierle con maggiore attenzione, a meno che non si tratti affatto di una disattenzione.

Che in tutti questi anni l’UNIFIL  abbia permesso a Hezbollah di impiantare le sue basi ai confini di Israele, mettendo quindi a rischio la sua sicurezza, è un fatto incontestabile, https://www.linformale.eu/linutilita-dellunifil/, ma avergli addirittura garantito protezione è un po’ troppo.

Viene in mente quello che nel 2008, Francesco Cossiga aveva dichiarato in una ormai celebre intervista al quotidiano israeliano, Yedihot Aharont, e cioè che tra le truppe UNIFIL e Hezbollah era in corso un accordo di reciprca convenienza. Le parole di Tajani lo confermano. 

Un mese fa abbiamo assistito alla sceneggiata tutta italiana del ministro della Difesa Guido Crosetto, il quale, dopo che fu colpita una base italiana UNIFIL per errore da parte dell’IDF, gonfiò il petto e rimbrotto aspramente Gerusalemme facendo sfuggio di orgoglio nazionalista, subito seguito a ruota da Tajani paternamente ansioso per la sorte dei soldati italiani https://www.linformale.eu/i-due-patrioti-e-il-campo-di-battaglia-quello-vero/.

Verso Hezbollah la veemenza è stata inferiore. Dopotutto questo è il governo amico di Israele, la cui premier, Giorgia Meloni, ha voluto puntigliosamente ricordare alla Camera che a seguito del 7 ottobre l’Italia si è subito distinta per avere bloccato la fornitura di armi ad Israele.

 

 

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