Torna in Israele dopo essere stato in Ucraina, il corrispondente di guerra del Corriere, il sempre arruffato Lorenzo Cremonesi, per raccontare l’ennesimo capitolo del suo romanzo nero sullo Stato ebraico.
Non gli par vero che ad affidargli materia prima siano i responsabili non ancora identificati dell’assalto al villaggio di Jit in Cisgiordania, dove è stato appiccato il fuoco ad almeno otto veicoli e quattro abitazioni, e durante il quale è morto un ragazzo palestinese.
L’episodio ha ricevuto la condanna esplicita da parte del presidente Herzog e di Netanyahu e quella netta di Yossi Dagan, capo del Consiglio regionale della Samaria, che rappresenta gli insediamenti israeliani nella parte settentrionale della Cisgiordania, il quale ha affermato che la maggior parte degli estremisti che hanno assalito Jit giovedì non sono residenti della sua zona. Ma a Cremonesi non interessa, quello che gli interessa è specificare che si tratta di “coloni”, definizione già di per se stessa ai suoi occhi riprovevole, una sorta di marchio a fuoco cainita.
Per Cremonesi, sulla scorta dell’infelice definizione data all’episodio da parte del presidente Herzog, quello di Jit sarebbe un “pogrom”, (e qui ci troviamo di nuovo al cospetto del furto-appropropriazione di termini specificamente usati e creati, come “genocidio”, per definire storicamente la violenza contro gli ebrei e che anche ebrei come Herzog forzano).
“Jit è un piccolo e antico villaggio di circa 2.500 abitanti situato sulle colline rocciose una decina di chilometri a ovest di Nablus. Uno dei tanti che vengono progressivamente strangolati dall’espansione delle colonie ebraiche tutto attorno contro le regole del diritto internazionale e nonostante le condanne dell’Onu. Secondo il ministro israeliano della Sicurezza Nazionale, Itamar Bn-Gvir, super-falco legato ai coloni, l’attacco sarebbe avvenuto perché l’esercito avrebbe le mani legate nell’eliminare «i terroristi» “.
C’è qui tutto o quasi tutto ciò che occorre, c’è il supercattivo Ben Gvir, complice dei coloni, c’è lo “strangolamento” dei territori che Cremonesi considera “palestinesi” pur non sussistendo alcuna attestazione, trattato, vincolo legale che confermi il fatto, e, ovviamente, non può mancare come rafforzo della sua incapacità di dimostrarlo, il solito riferimento al “diritto internazionale”. Purtroppo per lui anche in questo caso non esiste nulla, ma proprio nulla che possa dimostrare che gli insediamenti in Cisgiordania siano illegali, ovvero che gli ebrei non abbiano alcun diritto a dimorarvi, come qui su l’Informale abbiamo spiegato e sottolineato con numerosi articoli fin dalla nostra nascita.
Per non farsi mancare niente, il giornalista virgoletta il termine “terroristi”, usato da Ben Gvir. Nulla di sorprendente per chi lo legge; i veri terroristi sono gli israeliani, soprattutto quelli che si riconoscono nel governo in carica e che rivendicano legittimamente, (ma questo Cremonesi nella sua ignoranza storico-giuridica del Medio Oriente post ottomano, non lo sa), la (parola terribile) “sovranità”.