Ieri il Corriere della Sera ha riportato una notizia lanciata dal giornale kuwaitiano, Al–Jarida, poi ripresa dal sito Pakistan Defence, https://defencepk.com/forums/threads/kuwaiti-newspaper-american-delegation-has-landed-in-iran-for-secret-meeting.11449/ e quindi dal sito Global Justice, Syria News, secondo il quale una delegazione americana partita dalla Turchia, si sarebbe incontrata in Oman con la controparte iraniana, a cui avrebbe sostanzialmente espresso rincrescimento per l’uccisione a Teheran di Ismail Hanyieh, una delle figure di maggiore spicco di Hamas, sottolineando che gli americani non sapevano niente. Di seguito avrebbero invitato l’Iran a una rappresaglia moderata nei confronti di Israele per evitare di rafforzare Netanyahu, oltre a specificare che è nell’interesse di Stati Uniti e dell’Iran rientrare nell’accordo sul nucleare iraniano da cui Trump è uscito nel 2018. A marzo di quest’anno, il Financial Times riferiva di incontri segreti tra americani e iraniani sempre in Oman, finalizzati a convincere quest’ultimi ad esercitare la loro influenza sugli Houti per terminare i loro attacchi contro le navi nel Mar Rossohttps://www.ft.com/content/89b01990-7657-45ea-baaa-1f214b40f1cb.
Che l’incontro abbia avuto realmente luogo è difficile stabilirlo, e il fatto che nel pezzo di Al-Jarida sia specificato che agli iraniani sarebbe stato anche fornito l’elenco dei dieci agenti del Mossad che hanno partecipato all’uccisione di Haniyeh, appare scarsamente verosimile, tuttavia il resto no.
L’Amministrazione Biden prosegue fin dal suo insediamento nel 2021 la medesima politica di appeasment nei confronti del regime di Teheran che è stato uno dei pezzi forti dell’Amministrazione Obama, culminata nel 2015 con l’accordo sul nucleare iraniano conosciuto come JCPOA, che Israele cercò di sventare senza successo, e da cui Donald Trump è uscito nel 2018.
In una memorabile audizione al Senato di due mese fa, il senatore Ted Cruz, ha messo il segretario di Stato Antony Blinken con le spalle al muro, fornendo una serie di dati sull’aumento delle vendite del petrolio da parte dell’Iran dal 2021 ad oggi, sull’incremento della sua flotta di navi pirata e sull’ingente flusso di denaro che l’Amministrazione in carica ha provveduto a fare arrivare con continuità al regime di Teheran, “Avete iniziato a inondare di soldi l’Iran dal primo giorno in cui vi siete insediati…l’Iran esportava trecentomila barili di greggio al giorno quando siete arrivati alla Casa Bianca, ora ne esporta due milioni. Il novanta per cento dei fondi che arrivano a Hamas provengono dall’Iran”.
Dopo l’uccisione di Ismail Hanyieh, Blinken si è preoccupato immediatamente di rassicurare pubblicamente Teheran che gli Stati Uniti non erano coinvolti in alcun modo. L’Iran doveva sapere che l’unico responsabile è Israele. Non c’è da meravigliarsi, la maggioranza dei funzionari di spicco dell’Amministrazione Biden, e soprattutto quelli dedicati al dossier mediorientale e iraniano provengono dalla più filoiraniana delle amministrazioni americane, quella Obama, di cui qui su l’Informale, ha scritto David Eleber, https://www.linformale.eu/alcune-nomine-di-biden-relative-al-medio-oriente/ tra cui spiccava Robert Malley, il principale artefice dell’accordo sul nucleare iraniano, e di cui, il senatore Tom Cotton fece presente, quando vene ricofermato la sua “lunga storia di simpatia per il regime iraniano e animosità verso Israele”. A luglio dello scorso anno Malley è stato costretto alle dimissioni sotto accusa di avere condiviso materiale classificato con una fonte non identificata, e attualmente risulta sotto indagine da parte dell’FBI https://www.linformale.eu/un-burocrate-al-capolinea/.
A tutto ciò si aggiunge l’esplicita avversione dell’amministrazione in carica nei confronti di Netanyahu e del governo da lui presieduto, che non è mai venuta meno, e i cui risultati si sono visti e si stanno vedendo in merito alla guerra in corso a Gaza, che gli Stati Uniti vogliono chiudere ad ogni costo, partendo dalla premessa che Hamas non possa essere sconfitto militarmente e che ci voglia una soluzione politica, come ha esplicitato una recente indagine della CNN, intesa a presentare i risultati ottenuti dall’esercito israeliano a Gaza come modesti, e assai al di sotto delle aspettative, indagine contestata rapidamente dall’esercito israeliano il quale ha rivendicato i successi conseguiti e il progressivo smantellamento della struttura operativa di Hamas.
Non è dunque essenziale appurare se l’incontro in Oman, smentito da autorità iraniane abbia avuto realmente luogo, poichè in ciò che sarebbe stato detto dagli americani agli iraniani si manifesta in modo del tutto veritiero l’atteggiamento adottato dall’Amministrazione Biden verso l’Iran e nei confronti di Netanyahu.