Editoriali

In Israele giustizia è fatta, in Europa continua la saga dell’ipocrisia

Lo hanno trovato nel suo villaggio mentre usciva da una moschea, ha sparato, i soldati hanno risposto e lo hanno ucciso. Così si è conclusa la fuga di Nashat Milhelm, il terrorista che assassinò due persone, ne ferì altre 8 nel cuore di Tel Aviv e, poco dopo, ammazzò un tassista per rubargli il taxi e scappare. Tutti brontolavamo in Israele… e quanto ci mettono… e perché non lo hanno ancora preso… e non abbiamo più la polizia di una volta… poi abbiamo capito che l’uomo aveva goduto per tutti questi giorni della protezione della comunità araba, o parte di essa e che, mentre noi brontolavamo, la polizia lavorava in silenzio. Il Jerusalem Post scrive che lo hanno scovato le squadre cinofile seguendo la pista di rifiuti umani (feci) lasciata dal terrorista lungo la sua fuga. Portate in laboratorio, hanno trovato il suo DNA e, immediatamente dopo, la pista giusta.

Appena Milhelm si è visto scoperto ha incominciato a sparare contro le forze di polizia e i cani, per fortuna nessuno è stato colpito e lui è stato ucciso. Hamas lo ha subito definito “eroe martire che ha creativamente portato a termine un attacco nel cuore del nemico.” E ancora “Non illudetevi, non è finita”. I giovani arabi di Wadi Ara urlavano “Noi vendicheremo il nostro martire”. Wadi Ara fa parte del “triangolo del terrore” da cui venivano in passato molti kamikaze: Jenin e Umm al-Fahem, zona in cui è cresciuto a dismisura il fondamentalismo islamico grazie all’instancabile impegno dello sceicco Raed Salah, arrestato varie volte dalla polizia, il cui movimento islamico è stato recentemente sciolto dal governo per attività sospette e incitamento alla violenza e al terrorismo contro Israele. Netanyahu, il giorno dopo l’attentato, ha fatto un discorso duro: “Chiederemo a tutti il giuramento di fedeltà allo Stato di Israele e alle sue leggi…”. Scandalo delle sinistre! Come si permette di parlare cosi! Haaretz ha scritto: “Il discorso di Netanyahu è stato davvero orrendo”. Sarebbe orrendo chiedere la lealtà dei cittadini di Israele siano essi ebrei, arabi o drusi? Credo sia normale soprattutto in un paese in guerra, soprattutto in un paese dove vivono tante minoranze, soprattutto in un paese circondato da nemici e abitato anche da nemici perché buona parte dei deputati arabi della Knesset non si trattiene mai dall’esprimere ostilità nei confronti del paese che dovrebbe rappresentare.

Se ormai da troppi mesi i terroristi provengono dalla popolazione araboisraeliana, la responsabilità è dei loro rappresentanti che non si preoccupano di controllare che le municipalità dei villaggi arabi siano meno corrotte, che i cittadini paghino le tasse per poter chiudere i buchi delle strade, quello che fanno è incitamento contro lo Stato. Lo fanno con le parole di odio con cui si esprimono e con l’esempio, come Hanin Zoabi che va in giro a sputare ai soldati, che appoggia il terrorismo, lo definisce “resistenza” e purtroppo non è la sola. Non ho mai visto un deputato arabo del nostro Parlamento alzarsi in piedi per rispetto quando suona l’Inno nazionale. Si alzano, sì, ma per uscire dalla sala! Questo è l’esempio di amore per il proprio paese che danno ai giovani. Naturalmente tutto questo porta gli israeliani ebrei a non fidarsi più dei loro connazionali di etnia araba, a vedere un possibile nemico in ognuno di loro, a ritenerli uguali ai palestinesi. Abu Mazen e Hamas lodano apertamente i killer arabi di Israele, li chiamano eroi, martiri, fratelli e questo fa sì che essi stessi si sentano parte della popolazione palestinese e non più israeliani anche se in Israele godono dei diritti della democrazia. Vogliono vivere in Israele, avere i benefici di tutti ma poi si comportano come i terroristi palestinesi. Beh, troppo comodo!

Netanyahu, davanti al luogo dell’attentato, ha chiesto ai cittadini arabi di Israele di essere fedeli al patto con lo Stato, di pensare alla coesistenza pacifica e all’integrazione totale “Siamo tutti cittadini di questo Stato”. Neanche questo è piaciuto ai suoi oppositori, forse volevano che chiedesse scusa se il terrorista era arabo, forse doveva dire “Mi dispiace che due giovani incoscienti ebrei che bevevano una birra in un bar si siano fatti ammazzare da un bravo e gentile arabo”. Chissà, c’è da aspettarsi di tutto da chi non ama il proprio paese e passa il tempo a denigrarlo. Eppure in Inghilterra nessuno ha avuto nulla di ridire quando Cameron, il primo ministro britannico, ha dichiarato “Noi non permetteremo che la nostra sicurezza sia messa in pericolo… Per poter camminare nelle nostre strade, per poter studiare nelle nostre scuole, per ricevere i benefici della nostra società, voi dovete accettare i nostri valori: libertà, tolleranza, responsabilità e lealtà”. Nessuno si è sognato di tacciare queste parole di razzismo. Solo il primo ministro di Israele non può parlare di lealtà verso il proprio paese rivolgendosi ai cittadini arabi, in piena ondata di un terrorismo quotidiano fatto proprio da questi ultimi.

Nel mondo occidentale continua il boicottaggio contro Israele, a Parigi gruppi di palestinesi hanno impedito lo spettacolo della compagna di danza Bat Sheva, una delle migliori del mondo. Ai mondiali di vela in Malesia è vietato l’ingresso agli atleti israeliani, non potranno gareggiare. Qualcuno ha protestato? A New York, a un congresso del solito Haaretz, Saeb Erekat, capo dell’OLP e organizzatore degli ex incontri di pace, membro di Fatah, ha chiesto che venisse ammainata la bandiera di Israele che si trovava alle sue spalle ed è stato esaudito. Direte, beh sono stati gli israeliani a farlo, sì ma israeliani privi di dignità. Ma lo schifo è anche un altro, è che con Erekat dovremmo rinnovare i colloqui di… qualcosa. Come è possibile sedersi a un tavolo con un tizio che non sopporta nemmeno la vista della bandiera del paese con cui dovrebbe dialogare? Come si può pensare di arrivare a un qualsiasi accordo con simili persone? Abu Mazen, il moderato, l’ “angelo della pace”, non fa che insultare Israele, incitare all’odio, mente al popolo va dicendo che Israele distruggerà la loro moschea sulla “loro” Spianata delle moschee per incitarlo contro i civili ebrei israeliani che non chiedono altro che di poter salire sul Monte per dire un preghiera. Senza muovere le labbra, naturalmente, se no rischierebbero anche la vita. Ma in Occidente nessuno parla di razzismo palestinese e di apartheid praticata da Abu Mazen.

Le prove che il terrorismo degli arabi israeliani sia diretto dall’ANP ci sono tutte, tale palese coinvolgimento è nelle stesse parole dell’Angelo della pace: “gli ebrei non calpesteranno il sacro suolo delle nostre moschee con i loro lerci piedi… sono orgoglioso dei combattenti che usano il loro sangue per scacciare gli ebrei… per me Oslo è morto… in nessun caso riconoscerò lo Stato ebraico di Israele…” Pochi giorni fa, al congresso di Al Fatah, ha detto chiaro e tondo che quando esisterà uno Stato di Palestina nessun ebreo sarà autorizzato a viverci e che mai la capitale di questo futuro stato sarà “solo” la parte est di Gerusalemme. Cioè… la vuole tutta… e questo significherebbe? Ma l’eliminazione di Israele, naturalmente! Eppure nessuno, proprio nessuno gli dà del razzista. Nessuno, proprio nessuno al mondo lo accusa di apartheid. Neanche una piccola critica, niente! Anzi, i media nemmeno ne parlano! Quando Donald Trump, dopo la strage di San Bernardino, ha detto di voler cacciare i musulmani dagli USA tutti si sono scandalizzati, nessun giornale si è fatto sfuggire la notizia. Dov’è la differenza tra il razzismo di Abu Mazen e quello di Trump? Perché il primo non ha avuto nemmeno un commentino e il secondo è stato deplorato Urbi et Orbi?

A Parigi ancora paura di attentati, la maggior parte delle capitali europee sono sotto assedio, in Egitto sono arrivati dal mare e hanno sparato sui turisti, in USA il pericolo è costante, l’Europa è ormai nelle mani dell’islam, possono fare quello che vogliono. In Germania la notte di Capodanno è successo di tutto, una vergogna di una immensità mai vista prima ma la sindaca di Colonia ha detto alle donne di stare lontane dai maschi immigrati… roba vecchia, no? Quando ci stuprano la colpa è delle donne. Se non fossero andate in piazza per divertirsi durante la notte di Capodanno, quei mille criminali stupratori, ladri e assatanati non le avrebbero toccate, Perbacco! E’ così che funziona, no? E’ così che reagisce la povera imbelle debole vigliacca Europa capace solo di avere il grande coraggio di boicottare Israele. Che ci vuole? “Tanto gli israeliani protestano un po’ e basta e noi Consiglio d’Europa abbiamo dimostrato di avere le palle… ve ne dovete andare, israeliani, capito? Fuori dalla Cisgiordania!” “Ma… veramente quella è Giudea, quella è Samaria!” “Nooo, quelli sono i territori degli angioletti palestinesi! Fuori!”

E così gli ebrei scappano dall’Europa che non ha più niente di accogliente, che sta gettando alle ortiche la propria civiltà e la propria cultura per imbarbarirsi e riavvicinarsi al Medio Evo. In Israele sono arrivati in 8000 solo dalla Francia, nel 2015, il doppio del 2014. Chi potrebbe avere il coraggio di proteggerli a Parigi e a Vienna, a Monaco, a Berlino, a Stoccolma? Nessuno. L’Europa è preda dei predatori, la paura dilaga, persino la ormai islamizzata Svezia ha deciso di chiudere il ponte di accesso al paese, dalla Danimarca. Credo che nella storia sia accaduto solo durante la Seconda guerra mondiale. La Merkel dopo aver invitato tutti i siriani ad accomodarsi in Germania, adesso pensa di mandarli via! Hollande ha detto che la Francia sta affrontando un pericolo… orrendo! I paesi dell’est, Ungheria, Bulgaria alzano muri e fili spinati. Ma! ehhh già, c’è sempre un ma… nonostante l’accoglienza di tanti musulmani crei problemi, pericolo e abbia completamente cambiato la vita degli europei limitandone la libertà, la gente odia chi? Indovina indovinello! Ma Israele, naturalmente, gli ebrei naturalmente. “Assassini, colonizzatori!” urlavano i giovani e meno giovani filopalestinesi davanti al teatro che avrebbe dovuto ospitare il balletto israeliano. “Fuori gli ebrei dalle università” urlano persino nell’amica America. Per le strade d’Europa gli ebrei nascondono qualsiasi simbolo che possa renderli riconoscibili quindi pestati a sangue o peggio e, chi può, scappa. Oggi ho sentito freddo lungo la schiena quando ho letto su un social questa frase: “Preferirei ammalarmi piuttosto che usare medicinali prodotti in Israele”. Questo non è solo odio puro, è malattia mentale e purtroppo è molto diffusa.

Deborah Fait per Informazione Corretta

Clicca per commentare

Devi accedere per inserire un commento. Login

Rispondi

Torna Su