Israele e Stati Uniti

Rotta di collisione

Durante la lunga intervista concessa alla rete televisiva MSNBC, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden ha detto alcune cose degne di nota in merito alla guerra in corso a Gaza: L’annunciato attacco a Rafah, al confine con l’Egitto, dove si trovano asserragliati ancora intatti quattro battaglioni di Hamas, rappresenta una linea rossa. In che senso? Nel senso che Israele “non può avere altri trentamila palestinesi morti come conseguenza di volere colpire Hamas” (omettendo che la cifra inverificabile e fornita da uno degli organi di propaganda di Hamas, include anche tra i diecimila e dodicimila jihadisti). Netanyahu, sta facendo più danni che del bene a Israele, ci sono anche altri modi di colpire Hamas (quali?) oltre a quello in corso e si rende necessario un cessate il fuoco di almeno sei settimane sul quale poi costruire (ovvero sul quale poi implementare la nascita di uno Stato palestinese, inviso agli israeliani ma fortemente voluto dalla Casa Bianca).

L’intervista al presidente segue quella alla CBS della vicepresidente Kamala Harris, nella quale, quest’ultima ha sottolineato che l’attuale governo israeliano non debba essere confuso con il paese.

A soli otto mesi dalle prossime elezioni americane, diventa sempre più evidente come gli interessi americani e quelli di Israele siano divergenti e prossimi a una collisione difficilmente evitabile. La recente visita di Benny Gantz a Washington, preceduta da diverse dichiarazioni critiche verso Israele da parte dello stesso Biden, del segretario di Stato Blinken, del segretario alla Difesa Lloyd Austin, e di funzionari minori dell’Amministrazione, è l’ennesimo tassello di un mosaico ormai evidentehttps://www.linformale.eu/i-giorni-duri-che-verranno/. Gli Stati Uniti vogliono che la guerra a Gaza cominciata a seguito dell’eccidio del 7 ottobre abbia a finire presto. Il governo presieduto da Netanyahu e inviso alla Casa Bianca dal suo insediamento (va ricordato che Netanyahu, dopo la sua rielezione, non venne mai invitato a Washington) rappresenta per l’Amministrazione Biden l’ostacolo maggiore, per questo va messo il più possibile in cattiva luce insieme a chi lo guida.

Sempre durante l’intervista alla MSNBC, Biden non ha escluso di fare un discorso alla Knesset per rivolgersi direttamente agli israeliani e indicare loro la bontà del suo programma che viaggia sulle ali dell’utopia maggiore: nascita di uno Stato palestinese in Cisgiordania, normalizzazione dei rapporti tra gli stati arabi e Israele, in primis l’Arabia Saudita, con, come messianico corollario, l’instaurarsi della pace.

Su come realizzare questo programma, in primis lasciando sopravvivere Hamas come attore politico regionale, quindi bonificando totalmente l’Autorità Palestinese che con Hamas vuole un accordo, dal suo antisemitismo, e rendere del tutto sicuro per Israele uno Stato islamico a pochi chilometri da Tel Aviv, lo si vedrà in seguito, l’importante è annunciare lo splendore abbacinante della visione, dei dettagli si occuperà il futuro.

A proposito al voto non impegnato dei centomila votanti in Michigan durante il corso delle primarie, Biden ha affermato di avere comprensione nei loro confronti. No, non è vero che accusano Israele di genocidio, (in contrasto con le manifestazioni di protesta che hanno esattamente esplicitato questa accusa),https://www.linformale.eu/dearborn-vale-bene-una-messa/ma avendo parenti a Gaza chiedono a “Joe” di intervenire. Cosa che Biden, infatti, sta facendo.

Per Israele sconfiggere Hamas è la priorità principale e l’obbiettivo centrale dell’offensiva a Gaza, e per poterlo fare, è necessario eliminare gli ultimi battaglioni che si trovano a Rafah. Il problema è che gli Stati Uniti non vogliono che l’operazione militare a Rafah abbia seguito.

Il ricatto umanitario pesa su Israele come un macigno, e per Hamas rappresenta la via di uscita principale. Facendo leva sull’opinione pubblica mondiale, e sulle istituzioni sovranazionali come l’ONU, il ricatto umanitario amplificato a dismisura è riuscito a trasformare Israele in un mostro genocida. Non è poco.

Cercando di mettere Netanyahu e il suo governo nell’angolo, per motivi ideologici e per meri calcoli elettorali, l’Amministrazione Biden sta facendo il gioco di Hamas. Che riesca a vanificare l’operazione militare di Israele a Gaza permettendo a Hamas di sopravvivere non è detto, ma ormai è chiaro che Isrele dovrà scegliere tra la propria sicurezza o il permettere a Biden di avere negli Stati Uniti un maggiore consenso elettorale.

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