Da ieri abbiamo appreso che incitare al genocidio degli ebrei non è da considerarsi di per sé qualcosa di grave e intollerabile, in quanto “dipende dal contesto”.
Così hanno risposto le presidenti di due prestigiosi atenei americani, Harvard e l’Università di Pennsylvania durante una audizione davanti a un membro del Congresso degli Stati Uniti.
La contestualizzazione dell’antisemitismo è un ulteriore tassello nel devastante mosaico di odio anti ebraico che in questi mesi è venuto allo scoperto.
Si può dunque, secondo le presidenti delle università americane citate, dove hanno avuto luogo manifestazioni di sostegno a Hamas, incitare al genocidio degli ebrei, propedeuticamente si intende, se poi dall’intenzione si passa alle vie di fatto, allora effettivamente si tratta di un problema.
Gli Stati Uniti, sono un paese dove la libertà di pensiero e di espressione, protetta dal primo emendamento, è sacra, ma, al contempo, è il medesimo paese dove grazie all’ideologia woke, si è giunti a una vera e propria isteria collettiva in merito a espressioni verbali ritenute intrinsecamente discriminatorie e dunque razziste. Fanno eccezione, naturalmente, nelle università più blasonate, gli incitamenti genocidi nei confronti degli ebrei, in modo particolare della loro categoria israeliana.
Contestualizzando le intenzionalità omicide si possono anche contestualizzare le loro messe in atto, come fanno e hanno fatto tutti coloro che di fronte agli orrori perpetrati da Hamas su uomini, donne e bambini, ci spiegano che a monte sta il contesto.
Hamas ringrazia, i suoi maggiori sostenitori sa di averli in Occidente.