Stati Uniti e Medio Oriente

Un burocrate al capolinea?

È notizia di questi giorni (ad esempio https://www.timesofisrael.com/biden-point-person-on-iran-talks-put-on-leave-amid-security-clearance-review/) che, Robert Malley, uno dei più accaniti sostenitori dell’accordo sul nucleare (JCPOA) nonché “US special envoy for Iran” – carica non del tutto chiara sia stato “sospeso” dalle sue funzioni perché è in atto “una verifica in merito alla gestione di documenti classificati” da parte di quest’ultimo.

Poco altro per adesso è trapelato. Questa notizia, completamente ignorata dalla stampa italiana, è molto importante perché Robert Malley, assieme all’attuale direttore della CIA Wiliam Burns, è uno degli architetti del JCPOA voluto da Obama nel 2015 e ripreso fortemente sin dall’immediato insediamento dell’Amministrazione Biden. Del fatto che gran parte dello staff di Biden sia quello di Obama lo abbiamo già messo in luce qui su L’Informale (https://www.linformale.eu/alcune-nomine-di-biden-relative-al-medio-oriente/). Bisognerà capire nelle prossime settimane il perché di questo “quasi siluramento” di uno dei più longevi e meno preparati (in merito al Medio Oriente) burocrati del Dipartimento di Stato americano.

Sembrerebbe che le divergenze tra Malley e parte dell’amministrazione Biden siano sorte a causa della sua volontà di arrivare a tutti i costi ad un nuovo accordo con l’Iran, cosa che permetterebbe lo scongelamento di miliari di dollari iraniani a fronte di nulla di concreto in cambio. Ciò nonostante l’Iran sia diventato uno dei maggiori fornitori di armi della Russia – soprattutto droni – cosa che è stata fortemente criticata dalla Casa Bianca.  

Proveremo, brevemente, a tratteggiare le doti “dell’inviato speciale per l’Iran”.

Egli si mette in luce con l’Amministrazione Clinton quando divenne un membro del team americano di negoziatori a Camp David nel 2000 capeggiato da Dennis Ross. Poco dopo il fallimento dei negoziati per palese volontà di Arafat, Malley diede la sua versione dei fatti nella quale imputava il fallimento a Ehud Barak e, in seconda battuta a Clinton, perché ritenuti troppo “rigidi” nelle loro posizioni. Nessun accenno al fatto che Arafat rifiutò qualsiasi proposta gli venisse fatta. Dopo questa esperienza da “negoziatore”, diviene un importante Advisor per il Center for Middle East Peace and Economic Development a Washington D.C. e figura di spicco nella ONG International Crisis Group. Quest’ultimo incarico lo portera a viaggiare spesso in Medio Oriente e a fare amicizia con vari esponenti di Hamas e Hezbollah, ma anche a fargli guadagnare la fama di “esperto” di Medio Oriente, tanto da diventare consulente speciale, durante la campagna elettorale di Barak Obama nel 2008, anche se senza incarichi ufficiali.

Quando, nel corso della campagna elettorale, il Times di Londra mise in luce le sue amicizie con Hamas fu momentaneamente allontanato dal futuro presidente Obama. Nel 2014 Obama lo richiamò, questa volta in veste ufficiale, come “senior director” del National Security Council che è uno dei massimi organismi relativi alla sicurezza nazionale degli USA. Da questa posizione Malley fu uno degli artefici dell’accordo sul nucleare con l’Iran nel 2015, il JCPOA. Allontanato dall’incarico da Trump nel 2017, tornò all’ International Crisis Group del quale divenne presidente. Nel 2021 fu richiamato dal presidente Biden per diventare il capo negoziatore del team americano incaricato di ripristinare l’accordo sul nucleare.

Fin da subito si è distinto per zelo nel tentativo di togliere tutte le sanzioni reintrodotte dall’amministrazione Trump e per scongelare i miliardi di dollari iraniani congelati nelle banche USA. Più di un commentatore americano ha evidenziato il fatto che Malley sia stato nominato a questo delicato ruolo per compiacere Bernie Sanders e la “squadra”. La forte volontà di Malley di giungere ad un accordo con l’Iran a tutti i costi e in termini così arrendevoli e pericolosi fu causa di un “piccolo incidente diplomatico” tra l’amministrazione Biden e il governo d’Israele, quando Malley durante una sua visita ufficiale in Israele non fu ricevuto dal premier Bennet (di solito molto arrendevole nei confronti di Biden) questo episodio causò una momentanea sospensione delle relazioni tra Biden e Bennet. Relazione che riprese prontamente con Lapid per portare al farlocco accordo marittimo tra USA, Libano e Israele. 

Vedremo nel prossimo futuro se la “sospensione” di Malley diverrà definitiva o se sarà solo temporanea. Per adesso prendiamo atto che uno dei più incompetenti e pericolosi burocrati di numerose amministrazioni democratiche è stato silurato e reso momentaneamemte inoffensivo. 

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