Il Ministero della Difesa di Mosca ha elaborato e diffuso una teoria, non corroborata da nessuna prova salvo uno schema di dubbia credibilità, che aggrega tutti gli elementi caratteristici del moderno complottismo.
Stando a quanto sostenuto dal Cremlino, a partire dal 2005, i politici democratici americani Barack Obama, Hillary Clinton e Joe Biden, con il sostegno del miliardario George Soros e di alcuni colossi farmaceutici, segnatamente Pfizer, Moderna e Merck, avrebbero finanziato una serie di laboratori con lo scopo di creare armi biologiche e farmaci.
La suddetta teoria mette al centro tre politici americani che, almeno dal 2016, per via della diffusione in rete delle tesi di gruppi di estrema destra come QAnon, vengono accusati di essere membri di una rete globale di pedofili dediti a non meglio specificate pratiche sataniste, ebraiche e massoniche. Si tratta della riedizione di motivi canonici del pensiero reazionario europeo – Henry Coston, Yann Moncomble, Emmanuel Ratier – circa l’esistenza di un complotto internazionale diretto contro la civiltà cristiana.
Tutte le teorie cospirazioniste si caratterizzano per l’impiego di stereotipi antisemiti. Non fa eccezione quella del Ministero russo, che evoca la figura del miliardario ebreo George Soros, da tempo oggetto di una demonizzazione costante da parte dell’estrema destra, insieme alla famiglia Rothschild.
Nel discorso pubblico pro-Putin, il miliardario ebreo di origini ungheresi, sopravvissuto all’Olocausto e filantropo, George Soros, è spesso descritto come una potente forze «occulta» dietro a cause liberali e progressiste. Nei circoli di estrema destra, questa convinzione assume connotati paranoici, attribuendo al finanziere un potere fuori misura, e un carattere antisemita, soprattutto quando associa le azioni di Soros alla sua identità ebraica, incorporando elementi dei classici tropi antisemiti come il controllo di governi, banche e mass media, o la capacità di orchestrare attacchi sotto falsa bandiera, meglio noti come false flag.
Soros, infatti, è accusato di aver organizzato le proteste di Euromaidan contro il governo filorusso di Viktor Janukovyč nel 2014. Anche un altro ebreo, il filosofo francese Bernard-Henri Lévy, sostenitore della prima ora dei manifestanti ucraini, viene designato come «agente provocatore» al servizio del Mossad o della CIA.
La novità della teoria diffusa dal Cremlino riguarda l’aver connesso queste figure – Obama, la Clinton, Biden, Soros – alla pandemia da COVID-19 e ai dubbi e alle preoccupazioni che questa ha sollevato. Non è un caso se Pfizer e Moderna, le due case farmaceutiche produttrici del vaccino anti-Covid, siano citate nelle dichiarazioni del Ministero della Difesa russo. L’obiettivo è quello di blandire il movimento antivaccinista, già orientato in senso filorusso, insinuando il sospetto che la pandemia, e le conseguenti vaccinazioni, siano un gigantesco esperimento medico finanziato da un ristretto gruppo di «potenti».
Non è la prima volta che l’informazione filorussa diffonde messaggi di questo tipo, che fanno leva sulla primaria paura del contagio e sul terrore di essere avvelenati o irradiati da qualche sostanza misteriosa e prodotta da individui sospetti. Già prima dello scoppio della guerra era circolata la notizia, non comprovata, che in Ucraina vi fossero laboratori per la creazione di armi biologiche controllati dagli americani e, addirittura, che alcuni di questi si trovassero sotto l’acciaieria Azovstal.
Secondo la narrazione, i laboratori sarebbero gestiti dagli Usa, ma spesso anche dalla NATO, che li finanzierebbe allo scopo di produrre armi biologiche. L’Ucraina, come ogni altro paese al mondo, possiede dei laboratori biologici. L’invasione russa ha sollevato il timore di una fuga di malattie pericolose qualora una qualsiasi delle strutture interessate venisse danneggiata nel corso del conflitto. Ma non esistono prove che questi vengano adoperati a fini bellici.
Tutto questo, la pandemia, il satanismo, le armi biologiche, la finanza, rientrerebbero in un piano di dominio globale denominato «Great Reset», che coinvolgerebbe anche il presidente del World Economic Forum di Davos, Klaus Schwab. Proprio su queste pagine, in merito all’argomento, si è così espresso il prof. Renato Cristin: «Quello che oggi da diverse parti viene denunciato come il complotto per un nuovo ordine mondiale è fittizio, perché non c’è una regìa degna di questo nome, e, se per assurdo fosse vero, sarebbe fallace, perché non produrrebbe ordine, ma caos».
È necessario, infine, segnalare anche l’utilizzo estensivo dei termini «globalismo» e «globalista». Sebbene non siano intrinsecamente antisemiti, sono spesso usati come locuzioni peggiorative per indicare individui, oppure organizzazioni, i cui interessi nel commercio internazionale o nella finanza li renderebbero sleali o indifferenti nei confronti del paese in cui vivono. A causa della lunga serie di associazioni antisemite tra ebrei e denaro, il vocabolo «globalista» assume velocemente una connotazione antisemita quando viene applicato a singoli ebrei o a famiglie ebraiche.
Il Cremlino, insomma, ha redatto una sceneggiatura complottista mettendo insieme suggestioni e idee provenienti da tesi precedenti. L’obiettivo è quello di disinformare, produrre caos e minare la già compromessa credibilità delle istituzioni democratiche.