In Italia esiste un vasto movimento rossobruno. Con questa etichetta si definisce il bolscevismo nazionale, una corrente politica sincretica, tesa al superamento della dicotomia classica tra destra e sinistra e orientata alla costruzione di un fronte anticapitalista trasversale. Si tratta di un Frankenstein dalla testa nazionalista e dal tronco socialista, cuciti insieme con l’odio che gli estremismi politici nutrono per la civiltà liberale.
Un precursore del rossobrunismo, nel Bel Paese, può essere considerato Omar Amin, al secolo Claudio Mutti, un professore di latino e greco convertitosi all’Islam e membro di Terza Posizione, una setta che aveva la peculiarità di unire il fascismo a un terzomondismo filolibico e khomeinista. Mutti, sulla scia del teorico della Nuova Destra di Alain De Benoist, si è fatto sostenitori di santa alleanza anticapitalista tra islamismo, comunismo e neofascismo. In tal senso scrive: “Contro il fronte dell’insolenza democratica, dell’avidità finanziaria e della dominazione ebraica ci dovrebbe essere un fronte di estrema sinistra e di estrema destra”.
Un altro padre spirituale del rossobrunismo italico è il filosofo torinese Costanzo Preve. Siamo in presenza di un ammiratore di Alain De Benoist e teorico di un comunitarismo che altro non è che socialismo depurato della sua componente materialistica e insufflato di un nazionalismo strumentale declinato in chiave antiliberale. Anche Preve auspicava la nascita di un fronte tra estrema destra ed estrema sinistra – rosso e bruno – in chiave anticapitalista e antiamericana, dunque antisionista.
Non a caso, alla fine della sua carriera intellettuale, il pensatore pubblicò i suoi libri per le case editrici nelle quali Mutti lavora come traduttore e curatore delle opere di antisemiti come Codreanu, von Leers, Faurisson, Thiriart e Szálasi. Ma, fatto non secondario, Preve è stato il maestro di Diego Fusaro, colui che, pur semplificandole, ha diffuso le tesi del suo mentore adattandole al teleschermo.
Fusaro è parte di un vasto e capillarizzato conglomerato di eredi e discepoli, talvolta involontari, di figure torbide come Mutti e Preve. Si tratta, per l’appunto, di quel movimento rossobruno che si esprime, con diverse sfumature, in una serie di testate online: InsideOver, L’Intellettuale Dissidente, Oltre la Linea, L’Antidiplomatico, Come Don Chisciotte, Sputnik Italia e Il Primato Nazionale. Non si tratta di spazi di informazione minoritari, dato che InsideOver, oltre a essere un sito di informazione registrato presso il Giornale online srl, può contare su sessantamila follower, mentre L’Intellettuale Dissidente supera i centomila come L’Antidiplomatico e Sputnik Italia.
In particolare, InsideOver è strettamente connesso a L’Intellettuale Dissidente, fondato da Sebastiano Caputo e Lorenzo Vitelli. Il primo è un sostenitore del dittatore siriano Assad, di Hezbollah e della teocrazia iraniana. Autore di un volumetto filoiraniano intitolato Mezzaluna sciita, edito dalla sua casa editrice, GOG edizioni. L’editore in questione pubblica, tra gli altri, i testi di Gheddafi, Malcolm X e Chávez. I discorsi degli ultimi due sono stati curati da Emanuel Pietrobon, autore presso InsideOver e L’Intellettuale Dissidente. Nonostante il tono pacato dell’analista, Pietrobon non nasconde la sua avversione per Washington e per Israele, che considera due minacce imbevute di messianismo. In un articolo pubblicato su L’Intellettuale Dissidente, intitolato Italiani, popolo di filopalestinesi, si rammarica per le posizioni filoisraeliane di Salvini, in barba ai fatti storici definisce Herzl “influentissimo” e considera “terrorismo” la lotta dell’Irgun e dell’Haganah.
Implacabili convergenze.