Mentre i media si soffermano sulle recenti email inviate e ricevute da Colin Powell, intento a discutere con Hillary Clinton, Bill Clinton o Donald Trump, una altrettanto importante, dal punto di vista geopolitico, e-mail è stata rivelata dal sito DCLeaks, in cui l’ex segretario di Stato ammette che Israele possiede 200 armi nucleari “tutte puntate” contro l’Iran.
Significativa l’e-mail a Jeffrey Leeds, socio in affari di Powell e tra i principali donatori democratici, in cui si ammette che Usa e Israele hanno accuratamente adottato la politica dell'”l’ambiguità nucleare”.
Nella e-mail a Leeds del 3 marzo 2015, Powell scrive che “Israele ha 200 missili nucleari puntati contro Teheran. Noi (gli USA) ne abbiamo migliaia. Cosa faranno gli iraniani? Testano un missile nucleare? E noi facciamo saltare per aria tutto ciò che conta per loro, cioè la sopravvivenza stessa del loro regime”.
La mail era stata inviata a poche ore dalla visita a Washington del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che aveva sancito la rottura dei rapporti tra Israele e l’amministrazione Obama. Memorabile il discorso infuocato di Netanyahu davanti al Congresso, in cui il premier israeliano aveva fortemente criticato l’accordo tra Usa e Iran sul nucleare.
Quell’accordo è stato completato nel luglio del 2015, nonostante le critiche dei repubblicani e di Donald Trump, che ha minacciato di annullarlo qualora venisse eletto presidente.
La missiva, pubblicate su alcune testate americane e in lingua inglese, è significativa perché evidenzia più che altro frizioni interne negli Usa sulla politica adottata da Obama in Medio Oriente. Non tutti vedono di buon occhio un avvicinamento all’Iran. E l’opinione di un ex segretario di Stato come Colin Powell, che più che rivelare che “Israele possiede armi nucleari” auspica che le stesse siano puntate contro Teheran, è destinata a fare rumore.
Pochi giorni fa, invece, gli Stati Uniti hanno firmato un memorandum d’intesa con Israele sull’assistenza militare: un programma che prevede aiuti militari pari a 38 miliardi di dollari in dieci anni, 33 in forniture militare ed i restanti cinque per la difesa missilistica.