Abdullah Abed al-Rahman, meglio noto come Abdol, vive nel villaggio arabo di Abu Gosh a pochi chilometri ad ovest di Gerusalemme. Con Michal Julian (un ebreo ortodosso) ha creato una pagina Facebook in ebraico, arabo e inglese il cui scopo è quello di favorire la convivenza tra arabi ed ebrei da un punto di vista sionista.
“Ho creato la pagina perché fosse un’alternativa ai media tradizionali, che ritraggono sempre il settore arabo come vittima o carnefice. L’unica volta che si sente parlare degli arabi è quando si uniscono all’ISIS o commettono atti di violenza. Non si sente la voce sana e razionale del settore arabo, quella che si oppone al terrorismo.”
Crescendo ad Abu Gosh, Abdol ha assimilato i valori degli anziani del villaggio. Spiega che nel 1948 gli abitanti del villaggio hanno aiutato le forze dell’Haganah ad arrivare a Gerusalemme e, nel corso degli anni, molti di loro si sono arruolati nell’IDF o hanno ricoperto incarichi pubblici.
Quando gli si chiede il motivo per cui ha intrapreso questa strada, Abdol parla della sua nonna: “Aveva un asilo per i bambini di tutto il territorio, e io sono cresciuto con gli ebrei. Sono stato educato a rispettare ogni essere umano, indipendentemente dalla sua origine.”
Della propria identità politica, Abdol dice: “Sono fiero di essere un arabo israeliano. E’ una definizione che alcuni negano e preferiscono essere chiamati ‘palestinesi’, ma io sono fiero di essere sia arabo che israeliano. Secondo me chiunque crede nel diritto ad esistere dello Stato ebraico è un sionista, e io sono fiero di essere sionista.”
Abdol ha frequentato un liceo ebraico fuori da Abu Gosh ed ha partecipato a un viaggio nei campi di sterminio in Polonia, un’esperienza che ha forgiato il suo atteggiamento verso lo Stato di Israele.
“Anche se non ho scelto di nascere qui, so che è stata una fortuna per me. Per molti anni gli ebrei sono stati perseguitati, non riesco a capire perché. Guardate quello che abbiamo raggiunto in soli 68 anni. Israele è un leader in molti campi, tra cui la tecnologia e la medicina. Imprese locali mandano aiuti e rifornimenti, persino a Paesi che ci considerano nemici. Credo che il resto del mondo arabo sia geloso di noi, che viviamo nello Stato ebraico.”
Tradotto in italiano dalla pagina Padre Gabriel Naddaf in italiano