Qualche giorno fa siamo incappati in un post su facebook di Ariel Toaff, figlio di Elio.
Professore emerito presso l’Università Bar-Ilan di Ramat Gan (Tel Aviv), Ariel Toaff ha condiviso un articolo de L’Informale, a firma Niram Ferretti, sull’ex premier israeliano Rabin. Non ne apprezzava evidentemente le tesi, probabilmente perché influenzato da antipatia o ruggini personali con l’autore.
Prova ne sia che Niram Ferretti è stato definito “gesuita” da Ariel Toaff, il quale però ha pensato bene di non lesinare giudizi nei confronti de L’Informale, definito “foglio fiancheggiatore dell’estrema destra israeliana”.
L’articolo in questione era “A proposito del “santino” di Yitzhak Rabin”. Inutile specificare come sia antipatico essere associati all’estrema destra israeliana in un articolo che parla dell’ex premier assassinato da un estremista di destra israeliano, Yigal Amir. Il collegamento potrebbe risultare immediato, nonostante nell’articolo Niram Ferretti non faccia, evidentemente, alcuna apologia dell’assassino. Né mai alcun autore de L’Informale ha mostrato simpatie per personaggi controversi come Meir Kahane, fondatore del partito Kach divenuto illegale in patria in virtù delle leggi anti-terrorismo promulgate proprio da Rabin, o criminali come Baruch Goldstein, autore della strage di Hebron costata la vita a 29 musulmani.
Se a questo si aggiunge il fatto che L’Informale non è politicamente schierato come sito, ma ogni autore, fondatore compreso, ha le sue idee politiche e ragiona con la sua testa, la frittata di Toaff è completa.
Spetterà a lui dimostrare che il sito non solo simpatizza, ma è addirittura “fiancheggiatore” dell’estrema destra, cioè complice o connivente.
Quello che forse Toaff non sa è che In Italia sia in corso una massiccia campagna antiisraeliana e antisemita, fondata su falsità diffuse largamente. L’Informale nasce come sito di informazione con l’obiettivo principale di rettificare tutte le bufale contro Israele e, nonostante sia nato da sei mesi, l’elenco degli articoli è già lunghissimo. Riteniamo, senza troppa presunzione, che questo ruolo sia importante per la sistematizzazione storica dei fatti nell’interesse di Israele come Paese, non di un singolo governo né di una specifica area politica, nella fattispecie l’estrema destra.
Dov’era Toaff quando noi smontavamo la bufala sul traffico di organi?
Dov’era Toaff quando smontavamo le bufale sulle segregazioni a Gaza? E tante altre.
Ora, scrivere pubblicamente che questo sito sia al servizio dell’estrema destra, essendo falso, e dato il tipo di informazione che vuole svolgere L’Informale, significa andare sostanzialmente contro Israele come nazione e favorire la stampa razzista antiebraica che in Italia non ha molte realtà adibite a contrastarla. Quindi Toaff, dicendo il falso sulla tendenza politica del sito ed infangandolo, non fa altro che favorire l’estremismo arabo razzista.
Buon lavoro, Ariel Toaff, figlio di Elio.