Dal 1940 più di 100.000 arabi musulmani, provenienti dalla Palestina britannica e dai paesi arabi limitrofi, si arruolarono, con l’appoggio e l’aiuto del Gran Muftì Amin al-Husseini, nelle Waffen SS, dando vita a una delle divisioni più fanatiche, crudeli e antisemite usate nei lager e nei campi della morte nazisti.
Il nome era Waffen SS musulmane.
Quello che doveva caratterizzare queste divisioni straniere all’interno del terzo Reich erano tre elementi fondamentali: un provato antisemitismo, fanatismo e convinzione assoluta nell’ideologia nazista. Il sogno di Amin al Husseini era cacciare dalla Palestina gli inglesi e gli ebrei per creare un grande califfato dal Mare Mediterraneo alla Mesopotamia, obiettivo ribadito in seguito dal nipote Yasser Arafat e, oggi, da un certo Al Baghdadi, il nerovestito capo del Daesh.
Nello stesso periodo in cui nei lager nazisti imperversavano i guardiani islamici, in Palestina nacque la Brigata Ebraica, formazione militare composta da ebrei di Erez Israel, che fu divisa in tre battaglioni comandati dal Generale Ernest Frank Benjamin.
Dopo aver risalito l’Italia da Taranto, la Brigata fu affiancata al Gruppo di Combattimento Friuli e, nel 1945, a Brisighella, fu loro consegnata la bandiera Bianca e azzurra colla Stella di Davide. La Brigata combattè valorosamente accanto agli alleati distinguendosi per eroismo durante la liberazione dai nazisti della Emilia-Romagna.
I caduti ebrei riposano nel cimitero militare di Piangipane vicino a Ravenna.
La Brigata fu una leggenda sia per il coraggio dimostrato in battaglia sia per il supporto dato agli ebrei sopravvissuti ai campi della morte che volevano arrivare in Erez Israel, all’epoca ancora Palestina Britannica.
Nel 1946 l’Inghilterra sciolse la Brigata proprio per l’aiuto che questa dava ai profughi ebrei che gli inglesi non volevano far arrivare in Palestina a causa delle minacce arabe. Solite genuflessioni , solita fifa, solita vigliaccheria, in barba all’umanità e alla giustizia, che portò gli ebrei ad essere rinchiusi , dai campi della morte nazisti, nei campi di concentramento a Cipro. L’ordine era non infastidire gli arabi.
Ho scritto brevemente la storia della Brigata Ebraica perché anche quest’anno i nipotini di quei naziislamici al servizio del Male più assoluto hanno annunciato che la Brigata non sfilerà. Niente da fare, la bandiera bianca e azzurra, uguale a quella dell’odiato Israele, non dovrà sventolare nei cieli italiani, meglio quella palestinese magari con una piccola svastica nel mezzo.
Sono anni che in Italia le organizzazioni palestinesi, filopalestinesi, i centri sociali, i lecchini intellettuali di sinistra, le associazioni partigiane, impediscono alla Brigata Ebraica di sfilare il 25 aprile, festa della Liberazione. Sono anni che questi indegni personaggi fanno muro davanti alla bandiera della Brigata, lanciano pietre, sputano, impediscono con minacce, aggressioni e violenza il normale svolgersi del corteo in tutte le città italiane.
Quest’anno ci sono tutte le premesse perchè questa vergogna si ripeta, l’associazione ex deportati, ANED, e la Brigata ebraica hanno appena annunciato di non poter sfilare a causa delle minacce dei nipotini dei Hitler e al-Husseini. Avremo quindi, in mezzo al tricolore, la vergogna di veder sventolare le bandiere palestinesi che c’entrano con la Liberazione come i cavoli a merenda. E’ tragico pensare che quelli del “heil Hitler”, quelli che ogni volta che un ebreo viene ammazzato urlano di gioia e distribuiscono dolci per le strade, quelli che ballavano e applaudivano al crollo delle Twin Towers, che invocano l’eliminazione fisica di Israele e dei suoi abitanti ebrei, saranno là davanti al Campidoglio a sventolare le loro bandiere al posto di coloro che avevano contribuito a liberare Roma.
Sono sicura che la gente applaudirà quei simboli di morte, la stessa gente che ogni 25 aprile, all’apparire della bandiera biancoazzurra della Brigata si metteva a urlare improperi e slogan antisemiti. Responsabile di questo scempio è l’ANPI che non osa contraddire i filopalestinesi o forse non vuole e il governo italiano, incapace di pretendere giustizia. Come sempre, in questo mondo alla rovescia i prepotenti, ieri alleati degli assassini nazisti, oggi ammiratori e imitatori degli assassini del Daesh, hanno la meglio e i Giusti che hanno combattuto e sono morti per dare la libertà all’Italia vengono violentemente aggrediti e respinti.
Per porre rimedio a questo indecente teatrino dell’ingiustizia , il vero 25 aprile si festeggerà all’Istituto Pitigliani di Roma e , fuori dalla mischia degli antisemiti, La Brigata Ebraica e gli ex Deportati ricorderanno la liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
E adesso veniamo al secondo oltraggio contro Israele e il Popolo Ebraico di quell’organizzazione antisemita che risponde al nome di ONU, nel caso specifico, una delle sue agenzie, l’UNESCO, che ha cancellato il nome del Tempio Ebraico dal suo vocabolario. Non essendo ancora riusciti a eliminarci fisicamente come esseri umani, tentato di farlo in tutti i modi esistenti, negando la nostra storia millenaria in favore di un popolo inventato di una nazione mai esistita eppure quel non-popolo sta tenendo il mondo in mano con la paura e i soldi.
Il Tempio Ebraico, fondato da Re Salomone migliaia di anni fa, raso al suolo varie volte e sempre ricostruito fino all’ultima e definitiva distruzione ad opera dei Romani, sito più sacro dell’ebraismo, d’ora in poi si chiamerà al-Haram al Sharif e Al Aqsa.
Il Kotel, muro occidentale detto anche “Muro del Pianto”, l’unico rimasto in piedi dopo la distruzione del Tempio, davanti al quale da 2000 anni gli ebrei si recano a pregare, si chiamerà al-Buraq dal nome dell’asina con la quale, secondo la leggenda, Maometto salì al cielo.
Il Tempio ebraico risale al X secolo a.e.v., 3000 anni fa, fu distrutto dai babilonesi e ricostruito nel VI secolo a.e.v. e definitivamente distrutto dai Romani nel 70 e.v. La prima moschea fu costruita soltanto nel VII secolo dell’ e.v., intorno al 690, sulle rovine del Gran Tempio degli ebrei. Il Mufti palestinese Mohammed Hussein ha dichiarato, senza il minimo senso del ridicolo, alla Televisione ” La moschea al-Aqsa esiste da 3000 anni e da 30.000 anni e dalla creazione del mondo”. Questo delirio non ha provocato nessuna reazione in Occidente. gli arabi chiamano il nostro Tempio “al mazoun” che significa “falso, immaginario” e da decenni gettano nelle discariche i resti archeologici “immaginari”che testimoniano l’esistenza del Popolo ebraico e del loro luogo più sacro. Non vedo nessuna differenza tra questi barbari e quelli che hanno distrutto Palmira. La potenza dell’odio antisemita rende gli europei e gli americani del periodo obamesco ciechi, sordi , muti e incapaci di discernere, l’unica cosa certa per i servi dell’islam è che gli ebrei non devono avere una storia, non devono avere radici nella loro Terra avita.
Racconta l’archeologo Gabriel Barkay che si occupa del recupero dei resti archeologici gettati via dai palestinisti e dai giordani del Waqf: “ Yasser Arafat diede uno shock all’ex presidente Clinton quando gli riferì che non c’è mai stato un Tempio degli ebrei a Gerusalemme. Questo tipo di negazionismo è cominciato negli anni Novanta ed è andato avanti diffondendosi non solo tra gli arabi ma anche tra alcuni intellettuali europei. Sono stato intervistato dalla Bbc e la prima domanda che mi hanno fatto è stata: che prova ha lei che ci fu mai un Tempio a Gerusalemme?”
Oggi per gli ebrei è difficile, spesso impossibile, salire sul Monte dove sono accolti da sassaiole e da urla e grida di donne arabe isteriche pagate per aggredire i visitatori ebrei e portate là con autobus da ogni angolo dei cosiddetti territori palestinesi.
Una volta sistemate aspettano le loro vittime per incominciare a urlare Allahu Akhbar, terrorizzano adulti e bambini, danno spintoni e sputano. Vere e proprie pazze furiose e fanatiche piene di odio.
Di fronte a questi episodi odiosi contro l’ebraismo che si ripetono negli anni, vorrei chiedere a quegli ebrei che sanno solo criticare, deridere, accusare noi che difendiamo Israele…a quelli che hanno scritto per diffamare informazionecorretta e chi vi fa, orgogliosamente, parte….a quelli che non si sono indignati per le minacce fatte da criminali a Angelo Pezzana che ha speso la sua vita nella difesa di Israele…a quelli che non protestano contro Moni Ovadia… a quelli che mi hanno criticata e minacciata per aver osato dare un’opinione negativa su una trasmissione di Franco Di Mare il quale, intoccabile e incapace di autocritica, mi ha poi violentemente offesa insieme a informazionecorretta …vorrei dire che difendere Israele e i luoghi sacri del Popolo ebraico significa difendere se stessi.
Cosa sareste voi, ebrei non sionisti, senza Israele? Ve lo dico io: sareste esattamente come i nostri antenati, perseguitati e costretti a strisciare lungo i muri per essere, forse, a malapena, accettati. Fateci un pensierino.
Deborah Fait per Informazione Corretta