Paolo Gentiloni ha superato lo scoglio del senato. Ottenuta la fiducia a Palazzo Madama, si appresta ad essere il presidente del Consiglio in carica fino alle prossime elezioni. Forse resisterà fino alla scadenza naturale della legislatura, prevista per la primavera 2018. Forse i giochi di potere e la maggioranza risicata in senato lo faranno cadere prima, anche perché le elezioni anticipate sembrano essere la soluzione più gradita tanto al segretario del Pd, Matteo Renzi, quanto alle opposizioni.
Quel che è quasi certo è che ad aprile, cioè tra poco più di 4 mesi, Gentiloni sarà ancora capo del governo. In quel mese, il presidente del Consiglio dovrà mantenere una promessa fatta a fine ottobre, in seguito alla doppia astensione dell’Italia sulle risoluzione antisioniste dell’Unesco, che negavano di fatto le radici ebraiche nei luoghi sacri di Gerusalemme, addirittura denominati in arabo.
La doppia astensione aveva fatto infuriare l’allora capo del governo Matteo Renzi, che aveva parlato di decisione “allucinante”, promettendo che alle successive votazioni l’Italia avrebbe votato contro.
Ministro degli Esteri di quel governo era proprio Paolo Gentiloni, che non si era sottratto a questa promessa. Ecco le sue parole:
“La negazione da parte dell’Unesco del legame tra ebraismo e luoghi sacri di Gerusalemme è assurda, ma si ripete da anni”, ha ricordato Gentiloni, “è l’undicesima volta che l’Italia si astiene. Ricordo che quest’anno per la prima volta i Paesi astenuti sono più di quelli a favore: 27 a 23 con 6 voti contrari. Rispetto alla precedente votazione una decina di Paesi, tra i quali Francia e Svezia, sono passati dal sì all’astensione. Mi rendo conto che questo calcolo diplomatico non è stato capito e che la scelta di voto abbia ferito la sensibilità di molti. Ne ho parlato con Renzi. Alla prossima occasione, in aprile, cambieremo il nostro atteggiamento”.
Ad aprile Gentiloni non sarà ministro degli Esteri, ma come detto sarà quasi sicuramente presidente del Consiglio. Ci aspettiamo che le sue parole abbiano in seguito e che la promessa sia mantenuta.