Non ci sono riusciti. I vani tentativi di Hamas non sono serviti a rovinare il settantesimo anniversario della (ri)nascita dello stato di Israele, coronato dallo spostamento dell’Ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme deciso dall’amministrazione Trump. Promessa mantenuta, proprio nel giorno più importante: il 14 maggio, settantesimo compleanno di Israele, già festeggiato in grande stile in patria due settimane fa coerentemente con il calendario ebraico.
Mentre giornali e telegiornali parlano di scontri, morti, scenari apocalittici causati dalla bestiale decisione di Hamas di ammassare giovani palestinesi ai confini tra la Striscia e Israele, invocando intifade e guerriglia ma in realtà semplicemente mandando a morire giovani arabi educati all’odio, in Israele è un giorno di festa. Anzi, sono giorni di festa, dal Giro d’Italia alla vittoria all’Eurovision. Giornate allegre e festose, giornate israeliane che hanno contribuito ad accogliere adeguatamente il settantesimo compleanno coronato dallo spostamento dell’Ambasciata.
A Tel Aviv canti, balli, caroselli e il municipio illuminato hanno celebrato la notizia della vittoria di “Toy, la canzone dell’israeliana Netta Barzilai che ha sbancato il festival, la cui prossima edizione si terrà nella capitale israeliana, come anticipato dalla stessa cantante vincitrice: “L’anno prossimo a Gerusalemme” ha esclamato la tosta Netta, rinverdendo un popolare detto ebraico e infischiandosene dei diktat della produzione, la quale aveva chiesto che per motivi di opportunità non fosse nominata la capitale dello stato ebraico.
A Gerusalemme, invece, l’attenzione è stata tutta rivolta allo spostamento dell’Ambasciata americana. Donald Trump ha scelto il 14 maggio, settantesimo compleanno, come data significativa e simbolica per inaugurare la sede temporanea: l’ex consolato americano di Gerusalemme ospiterà provvisoriamente gli uffici dell’Ambasciata.
Donald ha inviato la figlia Ivanka come punta di diamante della delegazione a stelle e strisce che ha fatto gli onori di casa e la figlia del presidente non ha deluso le attese. E’ stata lei stessa ad annunciare l’evento sul suo profilo facebook
Gerusalemme, a sua volta, non si è fatta trovare impreparata, accogliendo la delegazione con tutti gli onori del caso
L’Ue e il resto del mondo, Hamas a parte, hanno ignorato la portata storica di questa giornata indimenticabile per Israele e per Gerusalemme.
Ma poco importa: si è fatta la storia e nessuno la cancellerà.