Accadono cose strane in Italia: i No Borders si riscoprono sovranisti e nazionalisti, addirittura contrari ai trattati europei, tanto da arrivare a stigmatizzare l’intervento dei gendarmi francesi all’interno di un centro di accoglienza italiano per scovare alcuni richiedenti asilo sospettati di spacciare droga che si erano nascosti nella struttura. Guidati dall’ex ministro Kyenge, la quale sui social network ha tuonato accusando apertamente i transalpini di “grave irruzione sul nostro territorio” e “affronto all’Italia”, copiando di fatto la retorica salviniana, i terzomondisti di casa nostra hanno improvvisamente scoperto di amare i confini e la supposta sovranità territoriale.
Non per quanto riguarda Israele, però. Spostandosi verso il Medio Oriente sorprese non se ne trovano. La retorica palestinista è sempre la stessa, ormai da 70 anni, e i simpatizzanti di tutta Europa, Italia compresa, sono rimasti coerenti. Israele non ha diritto a rivendicare la propria sovranità, anzi “occupa terre non sue” e pure quando si difende da terroristi “fa strage di civili”.
Nessun volo pindarico, a partire dal più grande esperto di geopolitica del Belpaese, il grillino Alessandro Di Battista, che in un immane sforzo di fantasia ha definito Gaza “una prigione a cielo aperto”. Nessuno, prima di lui, l’aveva mai fatto.
Segue a ruota il sempre ottimo e attento sindaco di Napoli, l’ex magistrato Luigi De Magistris, che ha pubblicato la foto di un bambino che sventola la bandiera palestinese davanti ad alcuni soldati israeliani, trovando il modo di infilarci un commovente riferimento alla Pasqua
Alla resurrezione di Gesù ha pensato anche il vignettista Vauro, persona tutt’altro che religiosa che però non ha voluto perdere l’occasione di un richiamo a “Gesù palestinese” e alla menzogna del deicidio. Il risultato può essere giudicato dai lettori, anche se a noi punge vaghezza di una strizzata d’occhio all’antisemitismo
In fondo, il riferimento e gli accostamenti sono fin troppo chiari anche ai commentatori abituali di facebook
Notevole anche il commento dell’ex presidente della Camera, evidentemente intenzionata ad avvicinarsi alle posizioni di quel Roberto Fico chiamato a sostituirla
Ridicoli riferimenti all’imparzialità dell’Onu a parte, Laura Boldrini non è certo l’unica a parlare di “vittime civili” o “strage di civili”, avallando la versione secondo cui nella striscia di Gaza sia in corso una marcia pacifica, una “manifestazione per la pace”, e l’esercito israeliano stia sparando contro inermi manifestanti disarmati.
In realtà l’obiettivo di Hamas è duplice: tentare di penetrare in territorio israeliano con migliaia di guerriglieri pronti a tutto e allo stesso tempo fare breccia nei cuori del tenero occidente usando la solita retorica dei civili uccisi. Niente di nuovo, ancora.
Da settant’anni la strategia palestinese è basata su uno sconclusionato ricatto: “Dateci quello che vogliamo altrimenti mandiamo a morire i nostri civili”. Usandoli come scudi umani, meglio se bambini.
Eppure, il lavoro dell’Idf, l’esercito israeliano, in questi giorni sembra davvero egregio. Al di là del merito delle cifre, destinate ad essere gonfiate in quanto l’unica fonte è proprio Hamas, le identità di alcune vittime sono già state scoperte e rivelate. Dieci vittime sono terroristi o pericolosi attivisti. Eccoli:
I cecchini israeliani che hanno abbattuto questi dieci terroristi non solo non hanno ucciso civili, ma hanno probabilmente salvato vite umane. Hanno preservato e tutelato anche gli interessi europei e occidentali. Meriterebbero un premio, non le critiche. Riuscire a colpire solo terroristi schedati come tali, in mezzo a circa 30.000 manifestanti tra cui civili e bambini usati come scudi umani, mentre la macchina della propaganda si sforza a far credere che i cecchini israeliani stiano assassinando civili indifesi e disarmati influenzando anche esponenti politici di tutto il mondo, è qualcosa che va oltre il concetto di “fare solo il proprio dovere”.
E noi lo diciamo, forte e chiaro: i soldati israeliani che hanno ucciso questi terroristi sono eroi.