“E’ solo satira” è la frase più gettonata per giustificare qualsiasi nefandezza scritta o detta. La versione più intellettualmente impegnata di “Ma dai, scherzavo”.
Eppure, la satira riveste un ruolo particolarmente importante dal punto di vista culturale e anche dell’informazione.
Garzanti ne fornisce queste definizioni:
1. genere letterario che ritrae con intenti critici e morali personaggi e ambienti della realtà e dell’attualità, in toni che vanno dalla pacata ironia alla denuncia, all’invettiva più acre
2. componimento poetico di genere satirico: le satire di Giovenale, di Ariosto | il complesso delle satire di un poeta, di una letteratura, di un determinato periodo: la satira oraziana; la satira latina
3. qualunque scritto, discorso, disegno, rappresentazione, spettacolo che intende mettere in ridicolo comportamenti o concezioni altrui: satira di costume; satira politica;fare qualcuno oggetto di satira; fare la satira di qualcosa dim. satiretta, pegg. satiraccia
Dunque, la satira per essere tale deve rispettare alcune regole: far ridere se possibile, denunciare o criticare i fenomeni di massa o i “potenti”, ironizzando sempre sulla verità. Non può costituire diffamazione né fomentare odio, altrimenti è solo un paravento per la propaganda della peggior specie. Non ci si può rifugiare dietro la satira per dire o scrivere qualsiasi cosa, accusando chi contesta di “non capire la satira” che “va presa per quello che è”.
Su facebook esiste una pagina satirica, “Satiraptus”, che pubblica contributi di vari autori. Uno di questi è Ettore Ferrini, abbastanza conosciuto per alcune sparate spesso blasfeme spacciate per critica al Vaticano o alla Chiesa. E’ admin della pagina “Vistracaonpetto”, in toscano “Vi stracago in petto”, giusto per non rischiare equivoci su quelle che siano le sue reali intenzioni. La sua vorrebbe essere una satira stile “Vernacoliere”, molto mal riuscita perché non raggiunge mai i livelli e lo stile della nota rivista, e quando si parla di Medio Oriente (e non solo) il buon Ferrini perde la calma. Tempo fa ha annunciato l’intenzione di rimuovere dalle sue amicizie virtuali chiunque avesse un’immagine del profilo su facebook con la bandiera di Israele. Oggi, invece, circola una sua battuta, per l’appunto “satirica”
Possiamo discutere a lungo se questa sia satira o no.
Ci limitiamo a tre osservazioni:
1) Sul fatto che non faccia ridere, i dubbi sono pochi.
2) Dice la verità? Non ci risulta che Israele sia uno stato concesso a fanatici assassini solo sulla base di una religione.
3) E’ opportuno paragonare Israele all’Isis, anche solo con intenti satirici? In realtà, è anche piuttosto pericoloso per le reazioni che potrebbe fomentare.
Secondo Ferrini, gli israeliani sono assassini e Israele è uno stato senza confini precisi riconosciuto solo sulla base di una religione, quella ebraica. Quindi, solo per accontentare gli ebrei.
Credendo a Ferrini, uno potrebbe pensare che le intenzioni degli ebrei siano le stesse dei fondamentalisti musulmani dell’Isis decisi a fondare un Califfato islamico. E infatti il “satiro” proprio questo intende. Risponde in modo figurato a una domanda sull’Isis facendo capire che la definizione convenzionale che l’opinione pubblica attribuisce al Califfato potrebbe benissimo essere usata per Israele.
Inopportuno, falso, pericoloso. E antisemita.
E qui veniamo al secondo “rifugio”. “Non si può accusare di antisemitismo chiunque critichi la politica di Israele”.
Attenzione, però: Ferrini non parla di governo, politica estera, ministri israeliani. Né di scelte del premier Netanyahu o altro. Parla di Israele in generale e anche di religione, quindi di ebraismo e di ebrei.
La portata della sua frase si intuisce anche dalle reazioni che suscita. Commenti che gli amministratori di Satiraptus non hanno provveduto a cancellare o l’hanno fatto con estremo ritardo (se l’hanno fatto stanotte o stamattina 8 agosto 2016, quindi dopo ore). Eccone alcuni
Sono commenti fomentati da Ferrini e da Satiraptus che ha scelto di pubblicare questo post e non censurare reazioni di questo tipo. E’ antisionismo? Oppure antisemitismo?