Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di Giorgio Berruto, vicepresidente Ugei (Unione Giovani Ebrei Italiani) presente in studio durante la trasmissione di Michele Santoro andata in onda ieri sera, 22 giugno, su Raidue.
Qualcuno di voi ha visto la trasmissione di Michele Santoro di ieri sera su Hitler, intitolata “M”? Immagino di sì. Io c’ero, ero presente in studio. Mi permetto dunque una riflessione.
E’ stato uno spettacolo esemplarmente penoso. Gli stralci di documentario e le parti drammatiche, recitate da un attore nei panni di Hitler, hanno dato l’immagine, che con buona dose di generosità definirei bizzarra, che nazismo e Shoah siano stati il prodotto di turbe psichiche e difficili rapporti con le donne di un ragazzotto di campagna austriaco. Santoro è giunto a suggerire che Hitler potesse essere in parte ebreo (ecco il classico cortocircuito antisemita per cui solo gli ebrei possono essere tanto cattivi da aver provocato… la propria stessa distruzione!). Penosi gli interventi dei giovani, di cui ero parte.
Non perché esistano, oggi, nazisti che vivono a fianco a noi, ma perché è inaccettabile che sia data loro la parola in un programma del genere, di fatto facendo passare per opinione quello che è in realtà nazismo, fascismo, cioè non un’opinione ma la negazione delle possibilità del confronto. I giovani, nella televisione che vuole Santoro, servono a dire stupidaggini e basta, questa è la mia impressione. Non era prevista la presenza di un nazista, un prosecutore della Shoah oggi (sì, perché la Shoah non è finita, prosegue ancora: il negazionismo ne è parte essenziale. Il nazista – non “nostalgico”: non ha nostalgia di nulla, è un nazista fatto e compiuto qui e ora – in studio non ha ucciso nessuno con le proprie mani. E quindi? Neppure Eichmann lo ha fatto).
Non era previsto che un tizio vestito da carnevale farfugliasse stupidaggini sul tema “Shoah dei palestinesi”, con l’ovvio sottinteso che i nazisti, oggi, sarebbero gli israeliani, insomma gli ebrei che “osano” difendersi quando attaccati. Erano previsti due miei interventi e ho chiesto la parola almeno in altre 10 occasioni, ma non è servito a niente. Il giornalismo da baraccone di Santoro, disonesto e scorretto, preferisce dare la parola ai nazisti, agli antisemiti, a chi spara cavolate atomiche parlando alla rinfusa del referendum del dicembre scorso o paragonando Salvini (per cui non ho alcuna simpatia, ma questo non c’entra) a Hitler. Un programma di devastante povertà e aridità professionale. Solo la presenza di Mentana (non certo quella di Santoro) ha arginato alcune delle mostruose falle che continuavano ad aprirsi, con la risposta a chi balla sulle tombe dei nostri nonni e bisnonni e propugna la continuazione della Shoah oggi, in Israele e in Europa.