Diritto e geopolitica

Sanremo 1920: L’ingresso di Israele nel consesso internazionale.

La Conferenza di Sanremo dell’aprile 1920 è da considerarsi una pietra miliare per la futura costituzione dello Stato di Israele. Infatti, è in questa sede che si decise ufficialmente la creazione del Mandato britannico di Palestina che nel 1948 diventerà lo Stato di Israele. Va sottolineato come il Mandato britannico di Palestina fosse, al pari degli altri mandati di Mesopotamia e Siria, pensato come una necessaria sistemazione dei territori mediorientali appartenuti all’Impero ottomano che dovevano diventare Stati indipendenti, ma essendo queste nuove realtà statuali, in quel momento, mancanti degli elementi giuridici, politici e amministrativi, secondo i criteri stabiliti dalla Società delle Nazioni, per diventare pienamente autonomi e indipendenti dovevano rimanere sotto la supervisone delle Potenze vincitrici della Grande guerra. La Mesopotamia e la Palestina furono poste sotto mandato britannico, mentre la Siria sotto mandato francese.

Tappe

La prima tappa che portò alla ricostruzione dello Stato di Israele fu la Dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917. Lord Balfour era al tempo il Ministro degli Esteri dell’esecutivo britannico. Con questa dichiarazione il governo inglese prendeva atto, ufficialmente, della necessità di creare una patria in Palestina per il popolo ebraico. Questo impegno fu ripreso e portato avanti dalle Grandi Potenze durante la conferenza di pace di Parigi con la quale terminò la Grande guerra. Questo principio collimava con i celebri 14 punti wilsoniani e in particolar modo con il punto relativo all’autoderminazione dei popoli che doveva essere la base della creazione dei futuri Stati che sarebbero nati dalle ceneri dei vecchi Imperi: quello tedesco, quello austro-ungarico, quello russo e quello ottomano.

Queste posizioni furono la base delle due successive conferenze, quella di Londra (12-24 febbraio 1920) e quella di Sanremo, organizzate dal Consiglio Supremo (Gran Bretagna, Francia, Italia e Giappone) per conto della Società delle Nazioni per trovare una definitiva sistemazione ai territori appartenuti allo sconfitto Impero ottomano.

La Conferenza di Sanremo (19-26 aprile 1920) fu la conclusione degli accordi internazionali che portarono alla stesura del trattato di pace di Sevres (10 agosto 1920) con cui si poneva termine alla guerra con l’Impero ottomano. Quanto deciso a san Remo divenne così vincolante, per il diritto internazionale, tramite il trattato di pace di Sevres e di Losanna del 1923 e in base allo Statuto della Società delle Nazioni.

La Conferenza di Sanremo fu la conclusione politica e giuridica di quanto deciso preliminarmente a Parigi e in base al neo costituito Statuto della Società delle Nazioni. Nel contesto della conferenza si diede valore vincolante all’art. 22 dello statuto che prevedeva, per le popolazioni che erano state soggette al dominio ottomano una forma statuale amministrata direttamente dalla Società delle Nazioni tramite l’istituzione dei mandati affidati a Francia e Gran Bretagna. Tali mandati avevano fin dall’inizio una durata limitata nel tempo, anche se non espressamente indicata, ma sarebbero rimasti in vigore fino a che tali realtà politiche fossero in grado di divenite Stati pienamente autonomi. Quindi in nessun caso e per nessuno mandato, creato dopo la Prima guerra mondiale, si può parlare di colonie ma si deve parlare di Stati sotto tutela internazionale. La decisione finale sulla piena indipendenza dei singoli Stati mandatari spettava al Consiglio della Società delle Nazioni (così come per qualsiasi decisione volta a modificare un qualsiasi aspetto del mandato una volta approvato) dopo aver sentito il parere delle potenze mandatarie incaricate e della Commissione permanente per i Mandati.

Entrando nel dettaglio del dibattito politico e diplomatico, durante la conferenza, in merito alla decisione di creare e rendere vincolante il Mandato di Palestina e affidarlo alla Gran Bretagna si possono osservare diversi punti degni di nota.

Un primo accenno fa vatto in merito ai partecipanti alla Conferenza: Francia, Gran Bretagna, Italia e Giappone in veste di “Consiglio Supremo” investito dal Consiglio della Società delle Nazioni di autorizzazione a decidere del futuro assetto dei mandati in tutti i loro aspetti. Da queste Potenze fu invitato a partecipare alla conferenza una delegazione USA (l’ambasciatore USA in Italia con il suo staff) in qualità di “Potenza osservatrice” ma delle cui opinioni si sarebbe tenuto conto in sede di deliberazione in funzione del peso politico statunitense. Va qui ricordato che gli USA decisero di non far parte della Società delle Nazioni costituitasi con il trattato di pace di Parigi ma di perseguire una politica estera isolazionista, tuttavia, la Società delle Nazioni, nonostante gli USA non ne facessero parte, affidarono agli USA diversi mandati in estremo oriente.

Un altro punto degno di nota, relativo al Mandato britannico, fu l’acceso dibattito tra la delegazione francese e quella britannica in merito all’accettazione e al completo significato della Dichiarazione Balfour. Benché già accettata da tutti gli Stati durante la Conferenza pace di Parigi, furono espressi dubbi, da parte francese, in merito ai luoghi santi e ai diritti della popolazione non ebraica presente in quello che sarebbe diventato il Mandato di Palestina. Grazie alla mediazione italiana – rappresentata dal Primo ministro Nitti – furono date tutte le rassicurazioni del caso ai francesi che nessun diritto preesistente relativo ai luoghi santi sarebbe stato pregiudicato e la relativa bozza fu confermata negli artt. 13 e 14 del Mandato britannico che fu approvato in maniera definitiva nel luglio del 1922. Qui si può anche puntualizzare che il 16 settembre dello stesso anno il Consiglio delle Società delle Nazioni, accettò il memorandum inglese con il quale, in base all’art. 25 del mandato, si dava facoltà alla Gran Bretagna, in qualità di potenza mandataria, di “sospendere” nel territorio ad est del fiume Giordano le disposizioni valide per la parte ovest. Di fatto così nasceva la Transgiordania che nel 1946 diverrà lo Stato di Giordania.

Fu inoltre chiarito che la Dichiarazione Balfour conteneva già tutte le rassicurazioni sui diritti delle popolazioni non ebraiche, come ben specificato nella bozza approvata che diverrà l’art. 2 del mandato. Da questo momento la Dichiarazione Balfour, ufficialmente accettata, divenne vincolante per il diritto internazionale e fu così inserita integralmente nel trattato di pace di Sevres (all’art. 95) e nel preambolo del definitivo Mandato britannico di Palestina (1922) confermato poi dal trattato di pace di Losanna (1923).

Nella prima bozza discussa a Sanremo si faceva riferimento, come volevano gli inglesi, alla “rivendicazione” per il popolo ebraico alla Palestina, mentre in sede definitiva – su insistenza francese e italiana – divenne “storica connessione” con la Palestina per ricostruirne lo Stato. In ogni caso questo passaggio è unico nella stesura dei testi dei mandati approvati dalla Società delle Nazioni.

Di fatto con la Conferenza di san Remo verranno gettate le fondamenta del Medio Oriente dei successivi cento anni.

Di questo importante avvenimento si parlerà in modo dettagliato durante il Convegno previsto per il 26 aprile 2020 a Torino – organizzato dal Gruppo Sionistico Piemontese – che è in fase di organizzazione.

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