La manifestazione del 25 aprile a Roma in Porta San Paolo ha messo in evidenza una serie di aspetti interessanti, ma uno in particolare che mostra una crescente spaccatura all’interno dei gruppi di estrema sinistra e pro-pal che accusano a loro volta altre formazioni di sinistra di essere “filo-sionista”.
La vicenda riguarda un manifestante con occhiali da sole e kefya, che ha innalzato la bandiera di Hamas per pochi attimi prima di venire immediatamente bloccato dal servizio d’ordine del corteo. Il gesto è stato messo in atto a pochissimi metri dal punto dove è stata esposta la corona ai partigiani sulle mura di San Paolo.
Il soggetto in questione era posizionato a fianco di alcuni manifestanti che reggevano uno striscione degli Studenti Palestinesi invocante la “resistenza palestinese” e che sventolavano la bandiera dell’UDAP (Unione Democratica Arabo-Palestinese). Nelle vicinanze erano visibili anche vessilli dei Giovani Palestinesi, e del CARC (Comitato Appoggio Resistenza Comunismo), collegato alla “carovana” del Nuovo Partito Comunista.
A questo punto la domanda sorge spontanea: chi era il soggetto con la bandiera di Hamas? Secondo la rilevante ricostruzione fatta da Il Giornale, si tratta di un militante del CARC:
“Ma a quel punto è accaduto qualcosa di inaspettato: alcuni pro Pal hanno cercato di issare sulle mura la bandiera di Hamas con una scritta in arabo, ma sono stati subito accerchiati e fatti allontanare. La bandiera verde è stata vista tra le mani di uno dei militanti del Carc, Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo. Sono stati gli stessi manifestanti a bloccarli per evitare che potessero scatenarsi gravi polemiche”.
Anche il sito Fanpage indica come autore dell’azione un militante del CARC:
“Alcuni militanti dei Carc, il Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo, hanno cercato di issare a Porta San Paolo una bandiera di Hamas ma sono stati allontanati dagli altri manifestanti pro Palestina. Dopo la deposizione di una corona di fiori da parte di chi aveva partecipato al presidio in sostegno al popolo palestinesi, alcuni militanti dei Carc hanno provato a issare il vessillo verde di Hamas. Il gesto ha rischiato di scatenare tafferugli tra gli stessi manifestanti, che li hanno subito accerchiati e fatti allontanare”.
In un comunicato del 26 aprile pubblicato sul proprio sito però, il CARC presenta una versione differente:
“Cogliamo infine l’occasione per denunciare la disinformazione e denigrazione promossa da alcuni media mainstream (Fan Page e Il Giornale) nelle fasi successive all’ingresso in Porta San Paolo, riportando la notizia (inventata di sana pianta) che nostri militanti sarebbero stati allontanati ed esclusi dalla piazza dopo aver tentato di esporre una bandiera di Hamas. Nella realtà la piazza ha difeso chi ha esposto per breve tempo quella bandiera e se nostri militanti fossero stati presenti in quel momento avrebbero contribuito alla sua difesa. Non abbiamo però neppure assistito alla scena e la fake news si rivela a questo punto per quel che è: una velina di qualche questurino forse disturbato dal contributo e dal ruolo assunto del P.CARC nel determinarsi dell’importante piazza di ieri mattina”.
Eppure, i filmati che hanno ripreso il fatto, ampiamente presenti anche sul web, mostrano una situazione ben differente. Soggetti con vessilli dell’UDAP e degli Studenti Palestinesi, gruppi costantemente schierati con il CARC, erano a fianco del manifestante con la bandiera di Hamas e non sono intervenuti quando il soggetto in questione è stato allontanato. Questo potrebbe forse evidenziare una spaccatura all’interno della “coalizione” pro-pal? Forse Hamas, sempre più isolata anche in Medio Oriente, sta diventando scomoda anche per loro?
Le immagini mostrano inoltre sostenitori con bandiere del CARC a pochi metri da dove è avvenuto il fatto. E’ dunque possibile che i CARC non fossero presenti? Strano modo di “assumere un ruolo determinante all’interno della piazza”. In loco era presenta anche il dirigente nazionale del CARC, Andrea De Marchis, che ha anche parlato al microfono.
Anche la versione secondo cui la piazza avrebbe difeso chi ha esposto la bandiera di Hamas non corrisponde granchè con le immagini, dove si vedono manifestanti litigare tra di loro e l’atteggiamento sorpreso del soggetto privato della bandiera verde dell’organizzazione terrorista palestinese che si è visto racchiuso in un angolo della piazza.
Fonti attendibili presenti in loco hanno tra l’altro riferito che i manifestati erano stati avvisati dalle autorità che l’esibizione di bandiere inneggianti a gruppi terroristici avrebbe portato all’immediato sgombero della piazza. E’ dunque plausibile che siano subito accorsi per evitare tali conseguenze.
Il 23 aprile il CARC aveva pubblicato sul proprio sito un appello a “riprendersi la piazza” in Porta San Paolo, attaccando l’ANPI e portando l’esempio del cosiddetto “Coordinamento di solidarietà con il popolo palestinese di Roma” (inclusi collettivi, PPL, centri sociali, CARC ecc.) che aveva lanciato un appello alla “mobilitazione antisionista” il 25 aprile per la “costruzione di un fronte unito”.
Il presunto fronte unito sembra però essersi spaccato sulla bandiera di Hamas e la narrativa propagandistica “far left/pro-pal” inizia a fare acqua man mano che i dissidi interni si fanno sempre più evidenti.
Del resto, Hamas e i Fratelli Musulmani (di cui Hamas ne è l’espressione palestinese) sono da tempo diventati un alleato molto scomodo anche in Medio Oriente, con la Giordania che li ha da poco messi al bando, il Marocco che ha respinto una delegazione di Hamas e il presidente dell’ANP che ha intimato loro di andarsene da Gaza.
