“Non siamo antisemiti perché anche gli arabi sono semiti”. E’ questo il passaggio decisivo, il più rilevante, del comunicato con cui l’Associazione dei Palestinesi in Italia spiega la propria versione dei fatti sulle manifestazioni a favore dei “diritti dei palestinesi” avvenute a Milano.
In realtà, anche su questo ci sarebbe qualcosa da obiettare, a voler fare i pignoli, in quanto le minacce più gravi contro gli ebrei sono state scandite il 9 dicembre in piazza Cavour, ma nel comunicato quella data e quel luogo non sono neppure nominati.
Si parla di una manifestazione avvenuta sabato 23 dicembre, allegando il video. Come ha documentato il giornalista Giulio Meotti, però, lo slogan di stampo terroristico “Khaybar, Khaybar ya yahud, jaish Muhammad saya’ud” (Khaybar, Khaybar, o ebrei, l’armata di Maometto ritornerà) è stato urlato a gran voce il 9 dicembre.
L’Associazione dei Palestinesi in Italia, che si rivolge a Ministro dell’Interno, sindaco, prefetto e questore, non si scusa per le gravi minacce e il riferimento allo sterminio degli ebrei di Khaybar da parte delle armate di Maometto, ma si limita ad una generica condanna di “espressioni anti-ebraiche da noi condannate e subito zittite”, peraltro pronunciate a loro avviso da “possibili ignoranti”, oppure “fanatici” se non addirittura “infiltrati”.
Le minacce agli ebrei del 9 dicembre, però, non possono essere definite semplicemente “espressioni anti-ebraiche”. E su questo, non a caso, l’Associazione tace.
Non tace invece sulle accuse ad Israele, anzi rincarando nel comunicato: “i nostri slogan erano diretti contro l’occupazione israeliana in Palestina”. Eccolo qui, il feticcio: l’occupazione. Per non parlare dell’amministrazione Usa che “vuole Gerusalemme come capitale di Israele, in violazione alle numerose risoluzioni Onu”.
Ma la parte più gustosa è questa: “gli Arabi palestinesi sono semiti quanto gli ebrei, quindi l’accusa di essere anti-semiti con noi non può funzionare: non siamo contro noi stessi e le nostre origini”.
Un’argomentazione spesso usata dagli arabi, ma si tratta di una stupidaggine colossale che va oltre l’ignoranza linguistica.
Il concetto di “semita” per quanto riguarda arabi e ebrei è stato mutuato dalla linguistica. Non ha nulla a che vedere con l’etnia.
La definizione che Treccani fornisce del vocabolo “semiti” è la seguente: “Gruppo linguistico del Vicino Oriente che in origine occupava la regione compresa fra i monti Tauro e Antitauro a nord, l’altopiano iranico a est, l’Oceano Indiano a sud, il Mar Rosso e il Mediterraneo a ovest; in epoca storica, in seguito a migrazioni, le lingue semitiche (siriaco, aramaico, arabo, ebraico e fenicio) si sono diffuse nella regione etiopica e in Africa settentrionale. Il termine semitico (ted. semitisch) fu usato per la prima volta nel 1781 da A.L. Schlözer per designare le lingue parlate dalle popolazioni che un passo biblico (Genesi 10, 21-31) fa discendere da Sem, figlio di Noè. Dalle lingue passò in seguito a indicare anche i gruppi umani che le parlano, assumendo un valore etnologico e antropologico, che ha però scarsa consistenza” (il neretto è nostro n.d.r.).
Sulla definizione di antisemitismo, l’enciclopedia Treccani è ancora più esplicita: “L’avversione e la lotta contro gli Ebrei. Anche se il termine venne usato per la prima volta agli inizi del 19° sec., si tratta di un fenomeno molto più antico”.
Anche gli arabi, se odiano gli ebrei, possono essere antisemiti.
E gli slogan urlati a Milano, oltre che costituire apologia della violenza e del terrorismo, sono antisemiti.
Sarebbe interessante inoltre capire cosa intenda l’Associazione per “Palestina occupata”. La West Bank e Gaza, i territori contesi, oppure tutta l’area compreso Israele?