Nel 2019, l’ex ministro della Giustizia d’Israele, Ayelet Shaked, recitò in un video elettorale satirico del suo partito, durante il quale si spruzzava un profumo chiamato «fascismo», mentre una voce fuori campo sussurrava le parole chiave della sua azione politica «riforma giudiziaria», «separazione dei poteri» e «limitazione della Corte suprema». Poi, Shaked, in riferimento all’accusa di «fascismo» mossale dalla sinistra israeliana, diceva agli spettatori: «Per me ha il profumo della democrazia», come a dire: «voi dite che le mie riforme sono “fascismo”, ma per me sono democrazia».
Il video intendeva fare il verso allo sketch satirico di Scarlett Johansson che, travestita da Ivanka Trump, pubblicizzava il profumo «Complice». Se non si conosce il contesto, e dato che la parola «fascismo» appare in inglese, mentre tutto il resto è in ebraico, può generare confusione, ma basta una breve ricerca in rete per scoprire che il ministro Shaked non intendeva sostenere il fascismo.
Questo non ha impedito a Giorgio Bianchi, druido della «controinformazione» filorussa, di spacciare il suddetto video come prova dell’esistenza di un regime fascista in Israele. Non pago della sua ignoranza, in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook in data 27 marzo 2019, augura agli israeliani la gasazione con il veleno usato dai nazisti, lo Zyklon-B, scrivendo «i tedeschi avevano inventato una linea tutta per loro. Però odorava di Zyklon B».
Giorgio Bianchi non è nuovo a dichiarazioni anti-israeliane, quando non proprio antisemite. Sempre sul suo profilo Facebook condivide scritti dove Zelensky viene definito «rampollo di una famiglia di ebrei aschenaziti» e Israele «Stato fascista», oltre a qualificare ripetutamente Matteo Salvini come «sovranista de sta kippah», accusandolo di essere «servo di un banchiere sionista» e di avere il «riflesso pavloviano del buon sionista» –si tratta di due post su Facebook apparsi il 5 maggio 2019 e il 16 gennaio 2020.
Espulso dall’Ucraina per via di alcuni suoi contatti con personaggi italiani indagati per terrorismo in Ucraina, che lui considera uno stato «nazista», Bianchi s’indigna perché all’aeroporto di Kyiv ci sono degli ebrei ortodossi che pregano, definendo il fatto «una beffa», con annessi commenti antisemiti di suoi seguaci.
Come abbiamo già rilevato su queste pagine, coloro che in questi mesi hanno diffamato e disumanizzato gli ucraini definendoli «nazisti», sono gli stessi che chiamano Israele «stato illegittimo» e che accusano la «lobby ebraica» di controllare il pianeta. Insomma, gratta il «putinista» e trovi il giudeofobo incallito. Giorgio Bianchi non fa eccezione.