Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Promessa mantenuta: l’Italia ha votato No alla risoluzione Unesco contro Israele

Come previsto, è passata l’ennesima risoluzione anti-israeliana dell’Unesco, ma questa volta l’Italia ha votato contro, mantenendo la promessa fatta da Gentiloni prima e Alfano poi. La risoluzione, questa volta, nega le rivendicazioni israeliane su Gerusalemme. Israele ha più volte condannato l’atteggiamento dell’Unesco, sottolineando il crescente numero di paesi che da una volta all’altra si oppongono alle risoluzioni anti-israeliane.
Quest’ultima risoluzione, l’ennesima su Gerusalemme, era stata presentata al Consiglio Direttivo dell’UNESCO da Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan. In base ad essa, sostanzialmente, Israele non avrebbe diritti giuridici o storici in nessuna parte di Gerusalemme. Per passare, la risoluzione avrebbe dovuto essere approvata dalla maggioranza dei 58 paesi votanti.
La risoluzione non avrà alcun effetto pratico, ma l’atteggiamento dell’Italia e dei paesi dell’Ue, anche solo a livello simbolico, è importante per valutazioni politiche e diplomatiche. Ebbene, il fronte solidale ad Israele si sta allargando e sta facendo finalmente breccia tra i paesi Ue, anche grazie all’Italia che per prima ha annunciato l’intenzione di votare No.

Il voto, coinciso con la Giornata dell’Indipendenza di Israele, è passato con 22 Paesi a favore, 23 astensioni, 10 contrari e l’assenza dei rappresentanti di tre Paesi.


I 10 paesi che hanno votato contro la risoluzione sono stati gli Stati Uniti, il Regno Unito, l’Italia, i Paesi Bassi, la Lituania, la Grecia, il Paraguay, l’Ucraina, il Togo e la Germania.
Nei momenti successivi alla votazione, l’ambasciatore d’Israele all’UNESCO, Carmel Shama-Hacohen, ha esposto la bandiera israeliana.
Dopo due astensioni, quindi, l’Italia vota contro, dando seguito alle promesse fatte prima da Renzi in veste di presidente del Consiglio e Gentiloni in qualità di ministro degli Esteri, poi ancora dallo stesso Gentiloni diventato presidente del Consiglio e Angelino Alfano attuale Ministro degli Esteri, che poche ore prima dell’approvazione aveva ribadito l’intenzione di votare contro da parte dell’Italia.
Un segnale importante e significativo.

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