Un museo dedicato ad una famiglia polacca che finì uccisa dai nazisti per aver cercato di salvare gli ebrei. E’ il primo nel suo genere in Polonia, e verrà aperto il prossimo 17 marzo. Si trova a Markova, vicino a Rzeszow, nella parte sudorientale del Paese. E’ dedicato alla famiglia Ulma, che 72 anni prima, il 24 marzo 1944, venne fucilata dai tedeschi: morirono Jozef, prima della guerra bibliotecario, fotografo ed esponente di spicco della piccola comunità, molto attivo sul fronte dei diritti civili, la moglie Wiktoria e i sei figli Stasia, Basia, Wladzio, Franus, Antos e Marysia.
Il museo-memorial è stato progettato dall’architetto Miroslaw Nizio, di Varsavia e avrebbe dovuto inaugurare a dicembre. Gli Ulma sono tra i 6.400 polacchi commemorato nel Giardino dei Giusti di Gerusalemme, insigniti dell’onorieficenza “Giusti tra le Nazioni”, riservata ai non ebrei che si sono particolarmente distinti per proteggere o salvare i discendenti di Israele durante la Shoah.
Il museo racconta la storia della regione locale, Podkarkpacie (Subcarpazia), esploando le storie dei molti che aiutarono gli ebrei, ma anche le relazioni tra polacchi e israeliti nel periodo prebellico, per poi raccontare come l’invasione nazista sconvolse quell’equilibrio, sino all’emigrazione della gran parte degli ebrei sopravvissuti, a conflitto concluso. Jozef e Wiktoria Ulma, morti rispettivamente a 44 e 32 anni, nascosero 8 persone nel soffitto della loro casa da quando, nell’estate del 1942, i nazisti avviarono le deportazioni di massa ai campi di concentramento degli ebrei della regione subcarpatica sino a quando, nella primavera del 1944, la soffiata di un informatore locale dei tedeschi li fece scoprire.
Rzeszow (Resovia) si trova a 120 km a est di Cracovia, a circa la stessa distanza a sud di Lublino, non distante dai confini con l’Ucraina (Leopoli la prima città che si incontra, a Est) e con la Slovacchia.