Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

“Persona orribile”

PassBlue, una società d’informazione indipendente «guidata da donne» che si occupa «delle relazioni tra Stati Uniti e Nazioni Unite, delle questioni femminili, dei diritti umani», ha nominato Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i «territori palestinesi occupati», persona dell’anno ONU 

Pochi giorni dopo questa nomina, il Simon Wiesenthal Center ha pubblicato la lista dei 10 principali soggetti o avvenimenti antisemiti del 2024, che al settimo posto  vede proprio Francesca Albanese. Si legge nel testo pubblicato dal SWC: 

«Dal 2022, Francesca Albanese, “Relatore speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati”, ha scusato o legittimato l’omicidio di massa compiuto dai terroristi di Hamas, prima e dopo il 7 ottobre 2023, mettendo in dubbio che le donne israeliane siano state violentate da Hamas e accusando Israele di genocidio e “cancellazione coloniale“. Nell’agosto 2024, Albanese ha dichiarato che le azioni militari di Israele a Gaza sono simili all’Olocausto nazista, riferendosi a Gaza come a un “campo di concentramento del XXI secolo”. In un’udienza delle Nazioni Unite, alla presenza di funzionari dell’SWC, Albanese ha nuovamente sputato le sue menzogne incendiarie. L’ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, ha dichiarato che Albanese è “inadatta al suo ruolo” e che “le Nazioni Unite non dovrebbero tollerare l’antisemitismo da parte di un funzionario affiliato alle Nazioni Unite assunto per promuovere i diritti umani”». 

Più recentemente, la professoressa Anne Bayefsky, direttrice del Touro Institute on Human Rights and the Holocaust, su Arutz Sheva ha dichiarato: «Francesca Albanese dell’ONU è nota in tutto il mondo alle vittime dell’antisemitismo come un’importante propagandista, che rappresenta per il XXI secolo ciò che Joseph Goebbels era per il XX secolo». 

La rapporteur si è distinta per le sue numerose affermazioni antisemite e antisioniste, al punto che sempre il Simon Wiesenthal Center, già nel 2022, l’aveva definita «una enciclopedia ambulante anti-israeliana», mentre la celebre storica Deborah Lipstadt, inviata speciale degli Stati Uniti all’ONU contro l’antisemitismo, affermò che la «sfacciata retorica antisemita della Albanese era «un modello consolidato» che «mina gravemente» la sua credibilità come funzionaria delle Nazioni Unite per i diritti umani. 

Francesca Albanese, come ha scritto UN Watch, è una fiancheggiatrice consapevole di Hamas e del jihad, tanto da aver partecipato a una conferenza ufficiale di Hamas, sedendosi accanto a «Ghazi Hamad, ex viceministro degli Esteri di Hamas; Abd al-Latif al-Qanu, portavoce di Hamas; Ahmad al-Mudallal, leader della Jihad islamica palestinese (PIJ); Khadr Habib, leader della PIJ a Gaza; nonché Basem Naim e Isam al-Da’alis di Hamas». 

La Relatrice ribadisce spesso di non essere antisemita, sebbene non si faccia problemi a sedersi accanto ad antisemiti e islamisti comprovati, ma solo contraria all’«occupazione» e all’«apartheid» israeliana. Bisogna rilevare, però, che stando alla definizione di antisemitismo elaborata dalla International Holocaust Remembrance Alliance, la criminalizzazione di Israele e la sua riduzione a entità colonialista indegna di vivere, sono qualificabili come manifestazioni di odio verso il popolo ebraico. 

Francesca Albanese accusa Israele di essere responsabile di «apartheid» e «pulizia etnica» fin dalla sua fondazione, pertanto ritiene lo Stato ebraico ontologicamente colpevole e criminale, proprio come Adolf Hitler riteneva ontologicamente colpevoli e criminali gli ebrei. I nazisti ritenevano che solo la morte potesse riscattare l’ebreo dalla sua ebraicità, allo stesso modo l’«esperta di diritti umani» pensa che Israele possa redimersi solo scomparendo dalle mappe e lavora alacremente affinché questo avvenga, come dimostra un dettagliato report di UN Watch, dove si legge, tra le altre cose:

«Albanese ha lasciato intendere che i palestinesi non avevano altra scelta che invadere e attaccare Israele in risposta alla sua occupazione “illegale” e ad altre violazioni», e ancora: «Albanese ha ripetutamente legittimato gli attacchi missilistici della Jihad islamica contro i civili israeliani, condannando invece gli attacchi aerei di Israele contro il gruppo terroristico (agosto 2022). Ha nuovamente approvato questo tweet nell’agosto 2024 quando ha insabbiato le atrocità di Hamas del 7 ottobre, twittando che “la guerra” non è iniziata il 7 ottobre e incolpando Israele per tutti i conflitti passati con Hamas».   

Con un curriculum simile, non sorprende che sia l’«esperta di diritti umani» più citata dai membri di Hamas, ricorda Noam Chomsky citato da Osama bin Laden. 

Viene spontaneo chiedersi: come è possibile che una relatrice riteanuta da autorevoli studiosi megafono di tropi antisemiti e paragonata a Goebbels, specializzata nella demonizzazione dello Stato nazionale degli ebrei, e procacciatrice di ragioni a supporto di una organizzazione islamista di stupratori e assassini, venga premiata da una società d’informazione indipendente «guidata da donne»? Tribalismo femminile o complicità con il nuovo odio antiebraico? Adesso che anche Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, ha ammesso che Albanese «è una persona orribile», non sarebbe il caso di ritirarle la nomina di persona dell’anno ONU? 

La giudeofobia non è un diritto umano, non lasciamo che lo diventi celebrando soggetti come Francesca Albanese.  

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