Si chiama Payam Feili, è un poeta iraniano ed è apertamente gay. Nel febbraio del 2014, Payam è stato arrestato dai Pasdaran iraniani, per aver firmato un contratto per la traduzione in ebraico dei suoi lavori. Payam, infatti, non ha mai fatto mistero di non odiare il popolo ebraico e di apprezzare le aperture ai diritti degli omosessuali presenti in Israele. Dopo essere stato fermato, come riporta Pen America, Payam è stato tenuto bendato per 44 giorni, dentro un container per le spedizioni, in una località sconosciuta. In seguito al rilascio, quindi, Payam è stato costretto ad andar via dall’Iran e trasferirsi in Turchia. Nell’ottobre scorso, Payam ha registrato un messaggio audio in ebraico, chiedendo direttamente agli israeliani di aiutarlo ad ottenere un permesso di ingresso per visitare Israele. Il poeta voleva prendere parte alla prossima rappresentazione dello spettacolo “Tre Ragioni” a Tel Aviv. Uno spettacolo basato in parte sui suoi poemi.
La video richiesta di Payam Feili è stata vista anche dalla Ministra della Cultura israeliana Miri Regev. Toccata dalle parole di Payam, la Regev è intervenuta direttamente con il Ministro dell’Interno israeliano Silvan Shalom, chiedendo che la richiesta del poeta iraniano fosse esaudita. Come riporta il Times of Israel, il Ministro dell’Interno Shalom ha approvato un visto speciale per Payam Feili, esaudendo il suo sogno. Quest’anno, tra le altre cose, Feili ha pubblicato la traduzione in ebraico del suo libro “I Will Grow and Bear Fruit … Figs”. Una storia di un amore proibito tra due amici, ambientata durante la Guerra Iran-Iraq del 1980. Il libro si apre con questa frase: “Ho 21 anni. Sono gay e amo il sole del pomeriggio”.
Un sole che, anche sotto il governo del “moderato” Hassan Rouhani, i gay iraniani non hanno ancora il diritto di guardare senza paura di finire sul patibolo…