Antisemitismo, Antisionismo e Debunking

Parsiland

Il professor Vittorio Emanuele Parsi, il quale ci delizia sempre con le sue bordate contro Israele, e che è stato del tutto inopinatamente inserito nella lista degli “agenti” di Israele dai confusi militanti del Nuovo PCI, concede a un nostro articolo a lui dedicato spazio sul suo profilo X, https://x.com/VEParsi1/status/1827290493123792932 dove scrive, “Essere contemporaneamente accusato di essere al servizio di Israele e dell’Iran dagli idioti estremisti delle opposte curve lo giudico un titolo di merito”.

Parsi ricorre a un trucchetto da fiera di paese, quello di farsi forte della grottesca accusa di essere un agente di Israele, rivoltagli da estremisti di sinistra che considerano l’Italia sottomessa al dominio sionista, per mettere sullo stesso piano chi, come noi, si basa su sue dichiarazioni pubbliche, facilmente reperibili, nelle quali Israele viene accusato di apartheid, e i palestinesi vengono considerati “resistenti”, ovvero, le stesse accuse di tutti i propalestinisti più accaniti, essendo tropi tra i più consunti della propaganda anti-israeliana.

D’altro canto, il professore non ha mai usato toni forti contro i principali antagonisti di Israele, di cui l’avanguardia è rappresentata da Teheran e da Hamas, quest’ultimo ritenuto da Parsi nel 2017 prossimo a una svolta moderata. Memorabile a questo prò un suo articolo su Panorma in cui spiegava che siccome Hamas aveva aggiunto al suo Statuto del 1988 (mai abrogato), una riscrittura, sostituendo al furore antisemita in esso contenuto, un più potabile fuorere antisionista, bisognava essere ottimisti. Soprattutto, doveva esserlo la comunità internazionale, che, della svolta moderata di Hamas avrebbe dovuto farsi levatrice https://www.progettodreyfus.com/guardiamo-fiducia-hamas/.

Ma già nel 2015, in un altro pezzo questa volta su Il Sole 24 ore, come è stato ricordato qui, https://www.linformale.eu/il-fustigatore-di-israele-benevolo-con-teheran/ il moderato Parsi si era speso a favore della svolta questa volta dell’Iran, scommettendo sulla sua “piena affidabilità”.

Le capacità di previsione del professor Parsi sul Medio Oriente si sono rivelate disastrose, e non poteva essere altrimenti vista la sua totale parzialità ideologica, che, per rispetto alla sua formidabile statura di analista non ci azzarderemo mai a definire inficiata da estremismo o da idiozia.

 

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