Marine Le Pen, intervistata durante il talk show Emission Politique, in onda su France 2, ha evidenziato tutti i suoi limiti politici, geopolitici e probabilmente anche di cultura generale.
Non è uscito un ritratto brillante e convincente della leader del Front National, da molti ritenuta volto principale della nuova destra europea. Accusata di xenofobia e populismo, figlia del controverso Jean Marie, le sue parole hanno destato parecchie perplessità e non hanno certo contribuito a dirimere i dubbi su di lei.
Nei giorni scorsi i titoli principali sui giornali si sono focalizzati su un presunto antisemitismo di Marine Le Pen, in virtù della volontà sbandierata di non concedere la doppia cittadinanza ai franco-israeliani in caso suo successo elettorale alle presidenziali francesi. “Se vinco, stop a doppia cittadinanza per i franco-israeliani” è stato il riassunto nei titoli di quasi tutti i media italiani.
Verità o trappolone giornalistico?
Come al solito, la realtà sta nel mezzo. I giornali hanno scelto titoloni ad effetto, parzialmente smentiti dalle dichiarazioni complete di Marine Le Pen, intenzionata semmai a non concedere la doppia nazionalità extra-europea in senso lato. I francesi intenzionati ad avere anche una cittadinanza “extracomunitaria” saranno obbligati ad una scelta, qualora dovesse vincere il Front National.
Un provvedimento che di per sé fa sorridere, se si considera lo sbandierato euroscetticismo di Marine Le Pen. Ironico che a proporre di abolire la doppia cittadinanza extracomunitaria sia proprio colei che vorrebbe che la Francia uscisse dall’euro e probabilmente anche dalla stessa Unione Europea.
La giornalista che l’ha intervistata, Léa Salamé, non l’ha solleticata su questa anomalia ma ha preferito approfondire le intenzioni della Le Pen nei confronti degli ebrei francesi.
Non si è affatto trattato di un trappolone giornalistico, ma di una seria analisi su una notizia rilevante.
Léa Salamé, di origini libanesi, ha insomma fatto il suo dovere.
La Le Pen, a domanda diretta della giornalista, ha chiarito che “Israele non è un Paese europeo, credo anche che Israele accetti di dirlo e pensarlo. Sono contro la doppia nazionalità extra-europea”. A quel punto, l’intervistatrice l’ha incalzata: “Stasera chiedete agli ebrei francesi di rinunciare alla doppia nazionalità?”. Risposta: “A loro come agli altri, non è agli ebrei, ma agli israeliani a cui chiedo di scegliere la propria nazionalità”.
E qui arrivano le dolenti note. E’ vero, la leader del Fn vuole abolire la doppia nazionalità, ma è disposta a concedere deroghe, come ha chiarito nella stessa intervista. Ai russi, ad esempio, perché nella visione della Le Pen “la Russia fa parte dell’Europa degli stati”. Anche se geograficamente non è così e culturalmente la questione è assai controversa e opinabile.
Israele, invece, da molti considerato l’avamposto dell’occidente, non merita alcuna eccezione, nonostante alcuni ebrei francesi abbiano la doppia cittadinanza. E’ la stessa Marine Le Pen ad ammettere che gli ebrei francesi siano discriminati e vittime di antisemitismo e che questo sia uno dei motivi per cui optino per la doppia cittadinanza. Eppure, anche loro sarebbero obbligati ad una scelta, a differenza dei russi.
Anomalo, non solo perché i reali destinatari del provvedimento sarebbero, nelle intenzioni, coloro che abusano della doppia cittadinanza creando problemi di sicurezza e in primis di welfare (non gli israeliani), ma soprattutto perché la Le Pen stessa specifica: “Questo non significa che, se (gli israelo-francesi n.d.r.) non scelgono la nazionalità francese, debbano andarsene dalla Francia. La Francia ha assolutamente la possibilità di accogliere sul suo territorio, incluso per tanto tempo, gente straniera che conserva la propria cittadinanza, a partire dal momento in cui rispetta le leggi e i valori francesi. Raramente abbiamo avuto problemi con Israele su questo tema”.
Inutile specificare che se gli ebrei francesi, vittime di antisemitismo come ammesso dalla stessa leader del Fn, fossero costretti ad una scelta, non avrebbero dubbi su quale cittadinanza mantenere: quella israeliana. Nonostante questo “potranno restare in Francia”. Allora perché costringerli a scegliere, riproponendo vecchi fantasmi mai sopiti come il pregiudizio sulla “doppia fedeltà” ebraica?
Comunque la si guardi, la risposta di Marine Le Pen non è convincente, anzi è inopportuna.
Ci sarebbero tante ragioni (sicurezza, integrazione, cultura, storia) per concedere agli ebrei francesi la stessa “deroga” pensata per i russi. Ma la Le Pen, che nella stessa intervista ha anche consigliato agli ebrei di “non girare con la kippah per la loro sicurezza”, da quell’orecchio non vuol proprio sentire.