Israele e Medio Oriente

Musulmane israeliane ora rifiutano tribunali della Shari’a: “Solo ebrei rispettano nostri diritti”

Le donne israeliane che decidono di evitare i tribunali religiosi della Sharia preferendo quelli civili dello Stato sono in netto aumento. A riferirlo al Jerusalem Post è un avvocato ebreo che rappresenta alcune di queste donne.
La società araba in genere ritiene prioritarie le esigenze della famiglia o del clan, raramente tenta di risolvere le liti al di fuori della corte della Sharia e considera la giustizia civile israeliana, ha detto Roy Brumer, un avvocato con studio a Tel Aviv.
“Le donne che non si rivolgono ai tribunali della sharia incontrano una forte opposizione da parte della loro comunità. La differenza è che ora sono disposte a correre il rischio”, ha dichiarato Roy Brumer, israeliano ebreo che rappresenta molte donne arabe israeliane.
Negli ultimi anni, Brumer ha notato che sempre più donne musulmane israeliane si rivolgono alla giustizia civile israeliana, soprattutto per divorzi e altre questioni familiari, anche se questo può comportare conseguenze gravi e addirittura letali per loro.
Brumer ha spiegato che le donne che si rivolgono ai tribunali civili sono quasi tutte di Giaffa o di Tel Aviv, indossano l’hijab e hanno una mentalità diversa, più moderna, rispetto a quella tradizionalista dei villaggi.

Riferendosi a una di queste sue assistite, Najah Mahamid, Brumer ha detto che è stata oggetto di ritorsioni dopo che ha scelto di rivolgersi a un tribunale civile: è stata maledetta e i suoi figli sono stati insultati, le gomme della sua auto tagliate e l’auto stessa bruciata. Ma lei non ha desistito.
Quando un’impiegata di un tribunale islamico le ha espresso la sua disapprovazione e le ha chiesto perché è andata “dagli ebrei”, Najah le ha risposto che “gli ebrei riconoscono i diritti delle donne, non come gli arabi”.

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